Bifire è un’azienda specializzata in prodotti per l’isolamento termico e per la protezione al fuoco in edilizia e industria. Dopo aver raccolto oltre 10 milioni di euro (di cui 9 milioni in aumento di capitale e 1 milione in vendita di azioni già esistenti), le azioni di Bifire saranno quotate su Euronext Growth Milan, il mercato di Borsa Italiana per le PMI ad alto potenziale di crescita. La capitalizzazione al prezzo di collocamento (3,67 euro per azione) è di oltre 64 milioni di euro. I proventi dell’IPO saranno usati per il lancio di nuovi prodotti, l’aumento della capacità produttiva e acquisizioni di aziende italiane, con il management che vede un grande fermento nel settore.
La crescita grazie alla R&S interna
“L’azienda ha sperimentato una crescita intensa negli ultimi anni e stiamo intravedendo nel nostro mercato di riferimento – in particolar modo nell’isolamento termico e nei prodotti green che si basano materiali riciclati e naturali – un grande sviluppo, sia in Italia che in tutta Europa“, racconta a Teleborsa l’amministratore delegato Alberto Abbo. L’azienda ha registrato un fatturato di 28,8 milioni di euro nel 2021, in crescita del 49% rispetto ai 19,2 milioni del 2020, e un EBITDA di 7 milioni di euro nel 2021, in crescita del 24% rispetto all’anno prima.
L’AD ama parlare di Bifire come di “un’azienda di tecnologia“, in quanto la presenza di un reparto di Ricerca & Sviluppo interno ha consentito di sviluppare sia prodotti innovativi che processi produttivi diversi dai concorrenti. “La caratteristica particolare è che l’azienda ha sviluppato al suo interno sia le ricette – cioè come si produce un prodotto – che gli impianti produttivi, in quanto sono stati realizzati da fornitori esterni su un processo inventato dal nostro team di Ricerca e Sviluppo”, afferma Abbo. La società è dotata anche di un laboratorio di prove in cui effettuare simulazioni reali per la protezione passiva al fuoco, sia da soli che insieme ai clienti; quindi, Bifire è in grado di fare anche co-sviluppo e co-evoluzione assieme clienti. “È difficile trovare sul mercato un’azienda delle nostre dimensioni, quindi tutto sommato piccola, che racchiude al suo interno un patrimonio del genere”, sottolinea.
Il focus sull’Italia
Ad oggi, il 90% dei prodotti venduti sono prodotti internamente a Bifire, con la società che ha fatto un percorso inverso rispetto a quello tipico di tante realtà. “Agli inizi degli anni 2000 c’era la moda dell’outsourcing, per cui molti hanno chiuso in Italia e compravano in giro per il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti – evidenzia l’imprenditore – Noi proprio in quel momento abbiamo deciso di fare il percorso opposto: eravamo commerciali e abbiamo pensato che produrre in Italia avesse ancora un valore. Dopo 15 anni da quella scelta ci quotiamo in borsa e quindi evidentemente ci avevamo visto giusto”.
L’aumento del valore della produzione nel corso dell’ultimo triennio è dovuto soprattutto all’espansione di offerta e del sistema di incentivi all’edilizia introdotti a partire dal 2020. Secondo la società, l’aumento del valore della produzione continuerà ad essere trainato principalmente dall’ampliamento dell’offerta prodotti e dalla crescita della quota di mercato e solo marginalmente dall’estensione del Superbonus Fiscale. Il fatturato Italia nel 2021 ha rappresentato il 75% del totale, con il 25% all’estero suddiviso in più di 20 paesi. “Il focus dei prossimi anni sarà comunque l’Italia, dove vediamo prospettive di crescita molto importanti legate soprattutto all’energy-saving, quindi all’isolamento termico, ma cresceremo anche che negli altri paesi, in particolar modo nella cosiddetta area DACH (la Germania, Svizzera e Austria)”, spiega Abbo.
La società, fondata nel 2002 da Alberto Abbo ed Alfredo Varini, possiede oggi tre sedi produttive in Lombardia tra Desio, Paderno Dugnano e Varedo (con quest’ultimo che avvierà la propria attività nel secondo semestre 2022), ma intende usare i proventi della quotazione per incrementare ulteriormente il proprio output.
La crescita del mercato
I materiali Bifire trovano applicazione per la maggior parte nel campo delle ristrutturazioni edilizie, in particolare sul mercato delle ristrutturazioni effettuate con tecniche cosiddette “a secco”, che permettono di ridurre i tempi e i costi di costruzione senza che ciò comporti una perdita di prestazioni. Inoltre, i sistemi a secco sono maggiormente ecosostenibili, in quanto gli elementi, grazie anche alla facilità di montaggio-smontaggio, possono essere riciclati, sostituiti (in caso di elementi degradati) o riutilizzati.
Il management è convinto che il settore dell’energy saving, ovvero dell’isolamento termico e dei prodotti cosiddetti green, sperimenterà una tendenza molto positiva per i prossimi 15 anni, sicuramente in Italia e anche in tutta Europa. “L’Italia rappresenta un mercato molto interessante perché abbiamo tantissimi edifici da riqualificaree i nostri prodotti sono adatti a questo tipo di applicazione – afferma Abbo – Da un lato, siamo molto contenti dello sviluppo del mercato, e dall’altro pensiamo che i nostri prodotti e la nostra struttura organizzativa si adatti a rispondere a queste esigenze”. In particolare, Bifire ha creato delle lastre isolanti molto sottili (in 1,5 cm di spessore si ottiene lo stesso risultato di 15 cm di un materiale standard come il polistirolo), che non richiedono interventi a livelli strutturali e sono quindi molto apprezzate dai clienti finali.
La spinta della quotazione
“Le risorse dell’IPO le useremo per il lancio di una nuova tipologia di prodotti per isolamento acustico e isolamento termico. Sarà una gamma di prodotti che si chiamerà Bi-life e sarà a base di prodotti riciclati e riciclabili; quindi, una linea completamente green e innovativa – spiega l’AD – Inoltre, abbiamo l’intenzione diinvestire in nuovi stabilimenti per aumentare sia la gamma prodotti che la nostra capacità produttiva. Infine, stiamo già valutando delle acquisizioni, coerenti con il nostro business per aumentare ulteriormente il nostro fatturato”.
Per quanto riguarda l’M&A, Bifire sta perseguendo una strategia orizzontale per l’acquisizione di imprese di piccole dimensioni al fine di aggiudicarsi società produttrici di soluzioni complementari al business con un alto grado di tecnologia, e allo stesso tempo una strategia di M&A verticale per ampliare la rosa dei fornitori che porteranno in dote nuove tecnologie. “La nostra idea strategica è quella di trovare aziende italiane che producano prodotti coerenti con la nostra gamma e che quindi la possano completare. Poi intendiamo utilizzare le economie di scala, la nostra rete commerciale e la nostra capacità tecnica di sviluppo dei prodotti per aumentare e migliorare la performance delle aziende acquisite”, sottolinea Abbo.