Bisogna accelerare la diffusione della rete in fibra ottica
Un passaggio obbligatorio dal rame alla fibra ottica creerebbe certezza per gli investimenti e stimolerebbe anche l’offerta di servizi.
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Un passaggio obbligatorio dal rame alla fibra ottica creerebbe certezza per gli investimenti e stimolerebbe anche l’offerta di servizi. E’ l’opinione di Vincent Garnier, direttore generale dell’Ftth Council Europe (organizzazione di imprese europee che si pone l’obiettivo di 
accelerare la diffusione della rete in fibra ottica), facendo un punto in occasione dell’Ftth Conference 2024 di Berlino. «Suggeriamo – afferma Garnier -che un obbligo di spegnimento della rete in rame si applichi progressivamente in tutte le aree coperte da fibra (o altre tecnologie Vhcn), al fine di raggiungere l’obiettivo di uno 
switch-off completo entro il 2030».

Il problema riguarda non tanto la copertura ma il ’take-up’

Il problema, spiega Garnier, non riguarda solo il passaggio alla fibra e la copertura del territorio, ma anche il take-up, cioè il reale tasso di adozione registrato nei vari Paesi membri. In questa classifica l’Italia è indietro, con uno dei «tassi di adozione piu’ bassi». Quanto alle previsioni sulla situazione in Europa, «le tendenze attuali mostrano che la copertura Ftth in Europa potrebbe raggiungere circa il 90 per cento. Tuttavia, indichiamo anche che, senza un’accelerazione radicale dell’adozione della fibra, solo il 60% delle famiglie europee utilizzerà effettivamente reti interamente in fibra. Un forte impegno per la disattivazione del rame è essenziale per accelerarne l’adozione».

Importante la pubblicazione del Libro Bianco della Commissione

Riguardo allo spegnimento del rame, l’Ftth Council Europe ha accolto con favore la pubblicazione del Libro bianco della Commissione e si congratula con la Commissione europea per aver avviato un’importante discussione sulla migliore soluzione da seguire per il settore delle telecomunicazioni mentre il processo legislativo è in pausa per le elezioni 
europee. Le diverse posizioni di partenza sull’Ftth e fattori macroeconomici avversi, sottolinea il direttore, fanno sì che non tutti gli Stati membri avranno una copertura in fibra 
al 100% entro la data proposta per lo switch-off del rame. Tuttavia, «anche se uno switch-off nazionale non può essere raggiunto in ogni caso entro il 2030, l’obbligo di spegnere 
la rete in rame non appena vi sia sufficiente copertura in fibra garantirebbe la necessaria accelerazione del processo. L’obiettivo del 100% può essere raggiunto in un periodo di 
tempo più breve anche in quegli Stati membri che non raggiungono la piena copertura entro il 2030».

Necessari forte impegno pubblico e chiara prospettiva per lo spegnimento

Garnier si sofferma anche sugli strumenti per aiutare il take up della fibra, soprattutto nei Paesi dove ci sono maggiori problematiche. Strumenti che passano principalmente da un forte impegno pubblico e dallo spegnimento del rame.«Recentemente – spiega – abbiamo commissionato uno studio approfondito sul tema dell’adozione. I voucher sono degli strumenti. Finora, tuttavia, non abbiamo visto situazioni in cui il loro utilizzo sia stato molto efficace per accelerare l’adozione. Il nostro rapporto raccomanda un uso mirato dei voucher per programmi di accompagnamento per aiutare popolazioni o aree specifiche che hanno difficoltà con l’alfabetizzazione informatica e la transizione all’Ftth». Incentivare l’adozione richiede inoltre, a seconda della situazione di ciascun mercato, misure come: garantire che gli Isp nazionali utilizzino reti all’ingrosso, prevenire la pubblicità ingannevole utilizzando erroneamente i termini della fibra o rendere commercialmente attraenti gli abbonamenti ai servizi di fibra. In ogni caso, «sono fondamentali un forte impegno pubblico nei confronti dell’ftth da parte delle autorità pubbliche e una chiara prospettiva di switch-off del rame. Inoltre, potremmo avere casi nazionali in cui i costi di migrazione una tantum rappresentano un ostacolo per accelerare la migrazione dal rame alla fibra. In questi casi, suggeriamo che potrebbe essere necessario un qualche tipo di sostegno pubblico per raggiungere l’obiettivo migratorio».

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