Bisogna solo sperare che la bomba dei derivati non esploda
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Gli strumenti finanziari di questo tipo ammontano a ben 1,2 milioni di miliardi di dollari nella peggiore delle ipotesi. Nella migliore si fermano a $630 mila miliardi.

Il problema dei derivati è che la maggior parte di questi contratti viene scambiata al di fuori delle piattaforme di trading classiche. Le transazioni avvengono tra società private nei mercati cosiddetti over-the-counter.

I vari mercati – non solo i derivati, ma anche il reddito fisso, le Borse, l’oro – vengono messi a confronto con altri elementi tipici del mondo della finanza e dell’economia reale, come il benessere delle persone più benestanti al mondo, la capitalizzazione di mercato delle società quotate in Borse e il debito complessivo del pianeta.

Il risultato finale è una gerarchia delle categorie che va dai più piccoli dei mercati (il Bitcoin, pari a 5 miliardi di dollari, e l’argento, intorno ai 14 miliardi di dollari) a quello più grande, quello appunto dei derivati.

In mezzo tra di loro si vanno a inserire l’insieme delle banconote e delle monete (5 mila miliardi di dollari), l’offerta di oro (7.800 miliardi), la massa monetaria composta dalla moneta fisica anche definita ‘narrow’- come valute e cash – ($28.600 miliardi) e quella invece M3, che pur essendo costituita anch’essa da moneta definibile come liquida comprende anche i depositi bancari ($80.900 miliardi).

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