Bruxelles apprezza il processo di riforme nel sistema bancario italiano
Padoan: potenziamento Fondo Pmi stralciato da investment compact

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Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha riassunto ieri il senso dell’incontro durato ben due ore con il Commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Con il Commissario, ha spiegato Padoan, «abbiamo parlato di questioni relative al sistema bancario italiano, l’ho aggiornata sul processo di riforme, come l’approvazione definitiva di quello delle banche popolari, la firma dell’accordo con le fondazioni per la loro uscita dalle banche e altre questioni su cui stiamo andando avanti dal punto di vista tecnico».
Il terzo tassello della strategia di riforma in campo bancario del Tesoro riguarda, come si sa, l’intervento in cantiere per accelerare lo smaltimento dei crediti deteriorati, dei quali ben 185 miliardi di sofferenze gravano sui bilanci delle aziende di credito. E il tavolo tecnico istituito a via XX settembre sta portando avanti un dialogo serrato con ben tre direzioni generali della Commissione (Concorrenza, Servizi finanziari e Affari economici). A questo proposito ieri Padoan, nel confermare di aver discusso di bad bank con Vestager, ha ribadito che «stiamo lavorando a tutte le soluzioni possibili» inclusa un’opzione più leggera che potrebbe non implicare la creazione di una bad bank. «Ci sono pro e contro» in ogni soluzione, ha aggiunto Padoan, precisando che «a un certo punto prenderemo una decisione». Padoan non ha indicato tempi definiti sulla soluzione della questione. «Non c’é un calendario. Vedo la commissaria frequentemente. A livello tecnico il dialogo con la Commissione é praticamente continuo. Ci sarà una riunione la settimana prossima, e quella dopo. Continuiamo a lavorare» ha spiegato Padoan. Il ministro ha tenuto comunque a precisare che «non c’é nessuna preoccupazione da nessuno dei due lati del tavolo» in merito al dossier bad bank. Del resto, fanno osservare fonti di via XX settembre «la coerente attuazione dei processi di riforma sta contribuendo a consolidare la credibilità del Governo italiano in tutte le interlocuzioni con la governance europea».
La necessità di garantire più carburante alla ripresa economica attraverso un’azione sui crediti deteriorati era stata del resto ribadita in modo netto anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nella sua audizione presso la commissione Finanze del Senato dedicata al nuovo scenario delle regole europee in campo bancario.
Ai senatori che lo interrogavano sul tema, mercoledì scorso Visco ha risposto che per la soluzione del problema delle sofferenze sui crediti nella pancia delle banche italiane «serve un intervento pubblico, lo dico da un anno e mezzo». Poi, anch’egli ha riferito sul fatto che «ci sono iniziative in corso, stiamo lavorando intensamente, ma dobbiamo prestare attenzione alle regole europee sugli aiuti di Stato». Come procedere, dunque? Secondo Visco «se ci deve essere un ruolo pubblico, sia conveniente per il pubblico, con una partecipazione al sistema dei privati».

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