Come cambierà il mondo nei prossimi 5 anni?
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1. Peter Shankman, fondatore di HARO e autore:

Cambierà il modo in cui venderemo e acquisteremo i prodotti. «Dall’Internet of Things a Uber, dall’automatizzazione alla mancanza di un vero e proprio “possesso” delle cose». Chi avrebbe immaginato nel 2002 che oggi avremmo potuto ordinare la cena dal cellulare, mentre aspettiamo che un’auto ci venga a prendere e seguiamo tutto il suo percorso sulla mappa tramite gps? Questo, per Shankman, è solo l’inizio».

2. James Altucher, imprenditore, podcaster, autore: 

Altucher pensa che la «stampa 3D sarà combinata con la biologia da laboratorio. Immagina che qualcuno perda un arto e, grazie al DNA, sia possibile stampare una protesi perfetta con la stampante 3D». E poi i sensori saranno uniti alla robotica – quindi un mondo di auto automatiche, consegne con i droni, ecc.

3. Alec Cross, ex senior advisor di Hillary Clinton e autore: 

«Fra dieci anni i sordomuti saranno in grado di parlare e tutti quelli che stanno leggendo questo articolo saranno in grado di conversare in dozzine di lingue straniere» perché, grazie ai computer, sarà stato eliminato il concetto della barriera linguistica. Miglioreranno le macchine e i software e ci saranno più dati – soprattutto i feedback degli utenti che segnaleranno le traduzioni sbagliate e contribuiranno a rendere il sistema sempre più accurato. Sia nelle traduzioni scritte che orali.

4. Mariam Naficy, Ceo di Minted.com e membro del board di Yelp:

Cambierà il marketing perché i consumatori saranno sempre più esigenti. Cercheranno prodotti sempre personalizzati e vorranno sapere di più sulla storia di ciò che stanno acquistando. Le belle immagini saranno ancora più importanti di quanto lo sono oggi e gli storytellers saranno sempre più richiesti dalle e aziende e, forse, si trasformeranno in venditori loro stessi.

5. Chamath Palihapitiya, Ceo di Social Capital:

«Penso che le macchine senza guidatore siano più vicine a diventare realtà di quanto crediamo». Secondo Palihapitiya le famiglie di vittime di omicidi stradali faranno delle azioni legali per portare il guidatore automatico nelle automobili il prima possibile. E, a suo avviso in 5 anni nelle autostrade circoleranno solo auto senza guidatore. Tesla e Google, dice, sono i marchi con la più alta possibilità di successo. «Penso anche che i vecchi modelli di auto non sopravviveranno».

6. Kevin Rose, Ceo di Hodinkee e co-founder di Digg: 

«Nei prossimi 10 anni la scienza dimostrerà che l’uso eccessivo della tecnologia è negativo per la mente e salute. Penso che saremmo costretti a trovare un equilibrio sostenibile tra l’uso della tecnologia e le esperienze della vita vera». Oggi i cellulari sono la prima cosa che usiamo la mattina quando ci svegliamo e l’ultima la sera prima di andare a dormire, osserve Rose. «È come se ne fossimo dipendenti, come se dagli smartphone arrivasse una sorta di nutrimento». Un nutrimento che, però, comporta la diminuzione del contatto fisico con gli altri e ci distrae dall’ambiente che ci circonda.

Quali industrie esploderanno nei prossimi 10-20 anni?

1. Sam Rosen, Ceo e fondatore di MakerSpace:

«Realtà virtuale, auto che si guidano da sole, Hyperloop».

2. Andrew Torba, Ceo di AutomateAds.com:

La realtà virtuale, secondo Andrew Torba, diventerà un business enorme. Cambierà la comunicazione, l’educazione, la sanità, i videogiochi e lo storytelling come li conosciamo ora. E i big del settore media – da Facebook a Google a Samsumg – si contenderanno grandi fette di mercato. Crescerà anche l’intersezione tra imprenditoria sociale e tecnologia, per risolvere importanti problemi globali. Infine, dice Torba, viaggeremo nello spazio.

Cosa succederà all’economia e alla forza lavoro fra 50 anni?

1. Tim O’Reilly, fondatore e Ceo di O’Reilly Media: 

«Vedo diversi scenari e in tutti le persone lavorano». Nel primo l’umanità decide di usare la tecnologia – e quindi lavorare – per risolvere i problemi, dal cambiamento climatico all’inversione demografica. Nel secondo scenario non affrontiamo i problemi e tutti continuano a lavorare e lottano per restare vivi. Nel terzo scenario abbiamo già risolto i problemi, le macchine fanno il “lavoro sporco” e gli esseri umani hanno più tempo per intrattenersi e aiutarsi a vicenda. Lavorano tutti, ma di meno. E hanno più tempo per dedicarsi all’arte e alla vita sociale.

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