I canoni di locazione si sono ridotti nel corso del terzo trimestre del 2016
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Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista: “Il rallentamento della crescita degli affitti riflette le incertezze dell’attuale fase economica, con la difficoltà a creare occupazione stabile. La metà dei mercati cittadini incrementano i loro prezzi mentre un’altra metà registra riduzioni, una tensione che provoca un sostanziale rallentamento dei canoni di locazione, anche nei tradizionali poli d’attrazione per il lavoro come Roma, Bologna, Torino e le città del Nord-Est. Milano, Firenze e Napoli crescono rispettivamente del 2,2%, 5,3% e 4,6%”.

Sono 7 le regioni italiane a registrare prezzi superiori a tre mesi fa (Trentino Alto Adige e Val d’Aosta non sono rilevabili). Gli incrementi maggiori nelle Marche, dove i prezzi sono aumentati del 2,6% rispetto al trimestre anteriore, Toscana (2,4%) e Basilicata (1,8%). I decrementi più marcati si sono registrati in Puglia (-3,7%), Veneto (-2,9%) e Sardegna (-2%).

Il Lazio (11,6%) continua a essere la regione più cara. Seguono Lombardia (10,9 euro/m²), Toscana (9,8 euro/m²) e Emilia Romagna con 7,9 euro al metro quadro. Le richieste più basse della Penisola in Molise (4,7 euro/m²), Calabria (5 euro/m²) e Basilicata (5,6 euro/m²).

 

Su 77 aree provinciali rilevabili 41 segnano variazioni positive (contro le 45 del trimestre precedente). I rimbalzi maggiori dopo i mesi estivi si sono registrati nelle province di Caltanissetta (5,8%) e Firenze (5,4 %). Modena, Ancona e Massa-Carrara crescono tutte allo stesso ritmo del 5,2%, mentre Treviso si ferma al 5 per cento. Tra le aree provinciali in terreno negativo spiccano i cali a due cifre di Lecce (-10,7%) e Ferrara (-10,3%), di rilievo anche il calo di Venezia con un taglio del 6,7% sui canoni da locazione.

Sul fronte dei prezzi, Milano (14,2 euro/m²) è sempre la più cara davanti a Roma (12,4 euro/m²) e Firenze (12,1 euro/m²). Tutte al Sud le aree provinciali con i prezzi più bassi del ranking, sono: Reggio Calabria (-4,4 euro/m²), Avellino (-4,4 euro/m²) e Caltanissetta (4,1 euro/m²), che rimane fanalino di coda, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre.
Situazione in bilico tra le città capoluogo in terreno positivo (44 questo trimestre) e quelle in terreno negativo (41).

Ai due estremi della tendenza troviamo Treviso (8,5%) e Catanzaro (-6,9%);  aumenti superiori al 5 per cento per 7 centri, tra i quali si segnalano – oltre a Potenza (5,7%) e Livorno (5,6%) -, anche Catania (5,5%) e Firenze (5,3%);  in 1 centro su 3 le richieste dei proprietari sono scese sotto (la) media del periodo; Venezia (-5,6%), Lecce (-5,5%), Olbia (-5,4%) e La Spezia (-5%) sono i mercati più penalizzati.

Milano, con una media di 15,9 euro/m² mensili è sempre più regina delle rendite immobiliari, seguita da Firenze (14,3 euro/m²) e Roma (13,8 euro/m²), che scalzano Venezia (13,6 euro/m²) dal podio. All’opposto della graduatoria, Caltanissetta è il capoluogo italiano dove la locazione costa meno, con 4 euro, poco più di Reggio Calabria (4,4 euro/m²) e Agrigento (4,5 euro/m²).

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