Carige, la Fondazione accelera

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Sempre ieri si è riunito anche il board di Carige Italia, la controllata dell’istituto genoveseche raggruppa le filiali esterne alla Liguria ed è destinata a essere riaccorpata a Carige. Proprio nell’ottica di facilitare questa futura operazione, il cda della capogruppo ha conferito a Claudio Gargiullo, direttore commerciale di Banca Carige (ruolo che manterrà) , la carica di direttore generale di Carige Italia. Montani, inoltre, ha lasciato l’incarico di ad di quest’ultima , restando però nel board come consigliere.
Il consiglio di Carige ufficialmente ha trattato solo questioni tecniche. Ma ovviamente il board ha anche parlato delle decisioni già prese dalla Banca centrale europea e di quelle che l’istituto dovrà prendere a metà gennaio, quando si riunirà il consiglio dei governatori. Sotto osservazione c’è lo shortfall da 814 milioni emerso con gli stress test. Per azzerarlo, la banca genovese ha messo a punto un piano che prevede un aumento di capitale compreso tra 500 e 650 milioni. I vertici di Carige si sono orientati su un’operazione cash, anziché ricorrere a strumenti finanziari ibridi, non visti di buon occhio dalla Bce. E contano anche sul fatto che l’ammanco registrato dall’istituto di vigilanza si è già ridotto intorno ai 700 milioni, con la cessione, ad Apollo Global Management, del comparto assicurativo di Carige: i 310 milioni ricavati dalla vendita producono, infatti, un impatto patrimoniale di circa 100 milioni. Per questo Castelbarco e Montani, a quanto risulta, sono piuttosto fiduciosi sulla possibilità che, nella riunione di gennaio, la Bce approvi definitivamente il capital plan di Carige. Magari chiedendo che la ricapitalizzazione sia fatta per la massima cifra prevista nel piano (650 milioni). Intanto il titolo Carige ha segnato +2,54%, a 0,0605, dopo il -7% di lunedì.
Ieri, poi, Paolo Momigliano, presidente di Fondazione Carige (che detiene il 19% della banca omonima) ha convocato per lunedì 22 dicembre il cda e il consiglio di indirizzo dell’ente. L’obiettivo è fare il punto sulle opzioni percorribili per valorizzare la partecipazione detenuta in Carige. Sarà questa, secondo quanto riporta Radiocor, l’occasione per esaminare, insieme all’advisor Banca Imi, lo stato dei colloqui in corso con potenziali investitori che affiancherebbero l’ente nell’azionariato della banca. Essendo, a quanto risulta, tramontata l’ipotesi di un’integrazione con un altro istituto, il progetto della fondazione sarebbe di trovare uno o più alleati che, acquistando una parte della quota in carico all’ente, possano poi stringere un accordo con la Fondazione. Lo stesso disegno emerge anche dagli ultimi rumors che aggiungono il fondo Apollo al gruppo di investitori interessati a un ingresso a Carige. Tra questi restano la Investindustrial di Andrea Bonomi e, più sullo sfondo, la famiglia genovese Malacalza.
Il fondo Usa ha già studiato attentamente Carige, avendo trattato l’acquisto delle compagnie assicurative del gruppo ligure. La riunione del 22 dicembre, comunque, non dovrebbe essere decisiva per assumere determinazioni circa la vendita di quote controllate dalla fondazione .

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