Carlo Calenda soddisfatto sul caso Ilva
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“L’azienda ha confermato oltre alle 10mila assunzioni, i livelli salariali attuali quindi il tavolo può ripartire”. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, uscendo dall’incontro sull’Ilva visibilmente soddisfatto. I prossimi tavoli per la vertenza tra azienda e sindacati si terranno il 9 novembre, quello sul piano industriale, e il 14 novembre per affrontare il piano ambientale.

Secondo la Fim Cisl  “le garanzie offerte dalla nuova proprietà Ilva verrebbero confermate anche tenendo conto di una formale discontinuità con il passato perché prevista dalla procedura europea. Il Ministro Calenda ha rimarcato che la discontinuità prevista dalla procedura europea non impedirà ai lavoratori di mantenere i diritti pre-esistenti e che soprattutto consentirà che permanga la rete di protezione dell’Amministrazione Straordinaria affinché nessun lavoratore venga licenziato”. Sulla parte occupazionale AmInvestCo ha “confermato – spiega Marco Bentivogli, segretario generale nazionale della Fim Cisl – l’occupazione di almeno 10000 lavoratori, rendendosi però disponibile ad un’analisi e confronto di dettaglio sulle singole aree dei vari siti per valutarne la congruità rispetto al piano. Il Ministro ha confermato che la procedura ex art.47 viene “congelata” e si avvia la trattativa “senza pregiudiziali”. Ha inoltre ricordato che Cassa Depositi e Presiti non ha intenzione di entrare nella cordata, qualora maturasse un orientamento diverso, se ne parlerà nella trattativa. Il Ministro ha ricordato che questa vertenza ha mille difficoltà ma anche molti spazi: 2,4 mld€ di investimenti ambientali e produttivi, 1,1 mld€ bonifiche e 1,8 ml€ per creditori, per un totale di 5,3 mld€”.

Secondo Bentivogli “aver sgombrato la trattativa da vincoli è un fatto positivo ma è necessario che questo spirito permanga entrando nel vivo della trattativa. Con spirito proficuo e costruttivo, ora lavoriamo sul metodo, scomponendo l’azienda per ogni area per fare un ragionamento di merito e su ogni area affrontare i temi che prevedono il vostro piano industriale su occupazione, investimenti e ambiente e le nostre controdeduzioni. Il clima si è caricato troppo di tensioni lontane dai problemi concreti della trattativa e poco mentre la trattativa stessa è ancora ai blocchi di partenza. Noi la contrattazione la vogliamo fare, ma è fondamentale che non si passi da una rigidità all’altra dandoci un metodo e costruendo un calendario di incontri specifici”.

Sulla questione ambientale “è ora che a Taranto si veda concretamente l’inizio dei lavori per la copertura dei Parchi Minerari andando oltre gli annunci degli ultimi quattro anni. Nelle prossime settimane la città e i lavoratori devono vedere non lo scontro istituzionale che si protrae da decenni, senza passi avanti sull’ambientalizzazione ma l’inizio dei lavori. Rispetto alla questione antitrust europea è importante che si lavori parallelamente alla trattativa per capire se la posizione di Arcelor Mittal sia definita dominante e se le prescrizioni da mettere in campo sono sufficienti ad evitare un rischio concreto che possa pregiudicare l’esito del negoziato”. Prossimi incontri fissati per il 9 novembre alle 10.30 su Piano industriale e 14 novembre alle 9 piano Ambientale.

Clima sospeso nella sede della Cgil di Taranto, dopo le prime informazioni trapelate al termine dell’incontro romano per il confronto sul piano industriale dell’AMInvestCo. Si tornerà a discutere il 9 novembre ma per la confederazione tarantina il lavoro che si dovrà compiere preliminarmente a quell’incontro è una questione tutta locale. “Lo dicevamo nei mesi scorsi. Per noi le discussioni sul piano industriale e quello ambientale non potevano viaggiare su binari disgiunti e oggi è inevitabile alzare i termini di confronto per evitare che un piano decisionale pesi sull’altro o ne pregiudichi l’integrità – dice Paolo Peluso, segretario generale della Cgil di Taranto – salvare condizioni occupazionali e salariali non basta più. Gli abitanti dei Tamburi, di Paolo VI o di Statte così come tutti i cittadini di Taranto, pesano nella discussione esattamente quanto tutti gli operai ILVA. Si anticipino pertanto i tempi per l’attuazione degli interventi ambientali (a cominciare dalla copertura parchi e nuove tecnologie), unica possibilità residua per ristabilire un clima di fiducia di questa comunità, verso le istituzioni e la vita scelta dal Governo, ma si faccia finalmente chiarezza anche su tutte le posizioni in campo, perché quell’alleanza che si auspica a livello nazionale, quel sostegno che Regione e Comune vorrebbero dare alla trattativa sindacale, si può e si deve perseguire a partire dal livello locale. Per questa ragione la città dei muri, dei veti, delle posizioni di parte impari a confrontarsi altrimenti una parte di essa sarà comunque destinata a perdere”.

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