Rivoluzione della tv in arrivo con il DVB-T2
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Dopo il passaggio dalla tv analogica a quella digitale, il piccolo schermo dovrà adeguarsi a un nuovo cambiamento contenuto in un articolo della legge di Bilancio in via di approvazione, esattamente all’articolo 89. La nuova tecnologia, definita digitale terrestre di seconda generazione, completerà il suo effettivo passaggio per tutti gli italiani il primo luglio del 2022. Le modalità di questo passaggio sono appunto nell’articolo 89 dove si spiegano ‘Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G’. Il passaggio alla nuova tv nasce dal Piano della Commissione Europea sul 5G, ovvero la necessità di avere più spazio di frequenze per la nuova modalità della telefonia mobile. Per raggiungere tale obiettivo le tv dovranno passare al DVB-T2 che appunto permette la trasmissione dei canali in meno spazio.

Il primo passo del nuovo corso della nostra tv è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni la quale entro il 31 marzo 2018, quindi in tempi strettissimi, dovrà definire “le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze radioelettriche”, con lo scopo di rendere i televisori strumenti di multipla fruizione tecnologica, con una copertura il più ampia possibile del territorio nazionale ma con una particolare attenzione all’annoso problema delle interferenze con i paesi confinanti, dove spesso le frequenze si sovrappongono. L’altro passaggio sarà entro il 30 settembre del 2018, quando il Ministero dello sviluppo economico provvederà all’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze in banda con disponibilità dal 1 luglio 2022. Quindi sarà sempre l’Agcom ad adottare entro il 31 maggio del 2018 il piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo in digitale terrestre, ovvero il cosiddetto PNAF 2018 ma “considerando le codifiche o gli standard più avanzati” secondo cioè il nuovo standard trasmissivo denominato DVB-T2, ovvero il secondo tempo del digitale terrestre. Entro il 28 febbraio del 2019, invece, avverrà il rilascio da parte del Ministero dello sviluppo economico dei diritti d’uso, che prevedono per il servizio pubblico “radiofonico, televisivo e multimediale sino al 40% della capacità trasmissiva del multiplex regionale”.

La transizione effettiva dal vecchio modo di trasmissione a quella nuova avverrà dal primo gennaio 2020 al 30 giugno 2022, quando secondo modalità non ancora definite avverrà il passaggio vero e proprio da una tecnologia all’altra. In tutto ciò poi la nuova rivoluzione digitale nelle case degli italiani, entrerà non soltanto una nuova numerazione sul telecomando, ma anche apparecchi televisivi adeguati ai nuovi standard in vendita dal 2017. Dovranno anche essere adeguate le antenne centralizzate dei condomini.

Per realizzare il progetto, la legge di Bilancio prevede di stanziare 100 milioni di euro entro il 2022 come contributo alle famiglie per l’adeguamento delle tv in vista dello switch off. La norma prevede infatti un contributo ai costi a carico degli utenti finali per l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva (tv o decoder) per il passaggio al nuovo standard DVB-T2. Sono quindi “assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2022”.

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