Coldiretti: via all’obbligo di indicare l’origine del grano usato per la pasta e del riso
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I decreti – spiega la Coldiretti – prevedono, a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte e quindi entro il 16 febbraio per il riso e il 17 febbraio per la pasta non ci saranno più vecchie etichette fuorvianti sul mercato. Un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure – sottolinea l’organizzazione agricola – un pacco di riso su quattro. L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy, e quindi il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti.
Con l’arrivo dell’etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta e per il riso si realizza un passo importante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui però – ricorda Coldiretti – circa 1/3 della spesa degli italiani resta anonima. Occorre ora estendere la norma alle altre produzioni simbolo del Made in Italy come i succhi di frutta e il concentrato di pomodoro le cui importazioni dalla Cina sono aumentate del 43% nel 2016 ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente. “Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta, per la frutta fresca ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, anche con un profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare, che pretendono paradossalmente di chiamare addirittura farina italiana quella ottenuta dal grano straniero ma macinato in Italia.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004 e successivamente alle norme che consentono in particolare agli italiani di avere maggiori informazioni su alimenti indispensabili come latte, miele, uova, carne di pollo e di bovino, passata di pomodoro, con l’impegno a continuare le iniziative necessarie a tutelare tutto il patrimonio agroalimentare e dare strumenti di scelta consapevole ai consumatori.

 

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