CONFIDI – FONDO CENTRALE DI GARANZIA VERSO QUALE RIPOSIZIONAMENTO

Ancora nessun commento

Un recente documento predisposto da Assoconfidi sul tema relativo all’utilizzo del Fondo Centrale di Garanziagestito da MCC a livello nazionale – presentato al MISE / Ministero per lo Sviluppo Economico nei giorni immediatamente precedenti la pausa d’agosto – evidenzia in maniera inequivoca il forte aumento nell’ultimo anno dell’operatività in garanzia diretta delle banche (+75,8% i volumi di finanziamenti garantiti e +53,9% le domande presentate) rispetto alla controgaranzia attraverso i Confidi (rispettivamente +4,2% e 12,1%) e il superamento della garanzia diretta sulla controgaranzia per circa Euro 800 milioni (sottolineando anche come le banche si caratterizzino per una maggiore incidenza delle sofferenze rispetto ai Confidi).
Inoltre, da una prima analisi condotta da tutte le Federazioni tra i Confidi con una maggiore operatività sul Fondo, è emerso che nel secondo trimestre 2014, con l’entrata in vigore delle nuove Disposizioni Operative, il sistema ha registrato una forte contrazione dell’operatività sia sul Fondo Centrale (-25% e -15% tra il I e il II trimestre 2014) sia nel complesso (-30%) da cui peraltro si discosta il nostro Confidi che nel 2014 comunque registra anch’esso un calo, seppur lieve, dell’erogato rispetto alla scorso anno.

Tale dinamica generale può essere ricondotta a due fenomeni che si alimentano a vicenda: la politica delle banche di disintermediazione dei Confidi, accedendo direttamente al Fondo, e la maggiore complessità nell’utilizzo dello strumento per i Confidi a causa della “delibera preventiva”.
E’ dunque urgente e necessario migliorare l’efficienza e l’efficacia del Fondo, al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche, correlandolo al profilo di rischio delle imprese, e di rivolgere l’intervento a quei soggetti che, per quanto sostanzialmente in equilibrio, senza l’intervento pubblico non riuscirebbero ad accedere al credito a causa del contesto di mercato.

FEDART-Fidi, attraverso Assoconfidi, sostiene con determinazione come, in base al confronto su alcuni parametri di riferimento, la controgaranzia risulti più adeguata della garanzia diretta a conseguire questi obiettivi.

Dunque si pongono alcuni interrogativi: quale politica pubblica per la garanzia definire per favorire l’accesso al credito delle PMI; come allocare in modo efficiente le risorse pubbliche destinate alla garanzia; quale ruolo assegnare al Fondo Centrale.

Il documento di Assoconfidi si conclude con le proposte presentate per il riposizionamento del Fondo, declinandole in alcuni profili di evoluzione dal punto di vista strategico e operativo.

In particolare, nell’opinione di tutto il sistema dei Confidi, il riposizionamento del Fondo Centrale di Garanziadovrebbe porsi alcune finalità:

  • Facilitare l’accesso al credito delle PMI attraverso una efficace politica pubblica della garanzia
  • Agevolare l’accesso al Fondo per acquisire una garanzia a ponderazione zero
  • Concentrare gli interventi sulle imprese in temporanea difficoltà, senza disperdere le risorse su quelle che hanno minore necessità di supporto in termini di garanzia
  • Ottimizzare ed efficientare l’utilizzo delle risorse pubbliche attraverso la maggiore leva attivabile dal Confidi
  • Valorizzare la mutualità e la sussidiarietà delle risorse private a integrazione delle risorse pubbliche

FEDART Fidi – che, unitamente ad Assoconfidi, intende promuovere questo documento come il “manifesto” di tutto il sistema dei Confidi sulla garanzia pubblica e, nello specifico, sul Fondo Centrale di Garanzia e che, nel contempo, ha avviato un confronto specifico con il Ministero relativo al disequilibrio a carico dei Confidi dovuto alla delibera preventiva e all’adeguamento delle commissioni applicate alla controgaranzia – si propone di promuoverlo presso tutti gli interlocutori di riferimento anche a livello territoriale, al fine di far convergere l’attenzione delle Istituzioni verso l’importanza di una riforma strutturale del Fondo stesso per dare impulso alla ripresa economica.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI