Per Pietro Benvenuti, manager toscano d’origine ma romagnolo d’adozione, il ruolo di direttore generale dell’autodromo di Monza lo porta nei giorni del Gran premio d’Italia a vivere con intensità ogni attimo della giornata. «Sono stati giorni lunghi, pieni d’incontri, riunioni, preventivi e fogli da firmare» e, secondo lui, tutto nella norma.
Ma, per esempio, a differenza dell’organizzare una tappa della MotoGp, è uno stato di cose sicuramente più imprevedibile e quindi difficile da soddisfare. «La Dorna che gestisce il Mondiale delle due ruote – conferma il manager di Volterra – ha meno vincoli e al suo interno è strutturato in maniera più snella della Fom che invece ha in mano la Formula 1. Questo fa in modo che le richieste siano più chiare e definite fin da subito». In pratica questo si traduce con richieste dell’ultimo momento che di fatto a Monza, in una realtà così delicata come la gestione dell’Autodromo Nazionale non siano facili da esaudire. «Tutte richieste che comunque poi trovano per forza una soluzione e in questo salta fuori a volte il nostro essere geniali nel far fronte all’emergenza».
Un lavoro che richiede la strutturazione di una task force che si aggiunge ai dipendenti fissi dell’impianto. «Durante l’anno abbiamo oltre una trentina di persone coinvolte nelle varie operazioni di routine a cui, man mano che settembre si avvicina, aggiungiamo circa lo stesso numero di supporti esterni». Un valore che già spiega l’importanza di seguire al meglio un evento di caratura mondiale. Ma non basta. Perché nei gironi caldi di settembre il numero sale a dismisura e arriva ad oltre tremila persone coinvolte in varia misura.
«Mi rendo conto che è una cifra di risorse umane che sembra esagerata ma va considerato che stiamo parlando di tutti coloro che in un modo o nell’altro si alzano alla mattina e vengono a lavorare per noi». Benvenuti fa riferimento ad esempio al grande numero di addetti ai controlli necessari per gestire le decine di migliaia di tifosi che arrivano a Monza da ogni angolo del mondo. «La vittoria della Ferrari in Belgio di domenica scorsa ci ha agevolato ulteriormente, ma comunque eravamo già sopra del 5% al trend di un anno fa. Per cui – e lo dice con evidente soddisfazione – siamo ormai certi di superare il record di presenze stabilito nel 2018».
Positivo per Sias il sapere che potrebbe esserci, per la prima volta nella lunga storia del Gran premio d’Italia, la concreta possibilità d raggiungere quota duecentomila presenze nei tre giorni. Questo si traduce in un incremento dell’incasso che tuttavia non è sufficiente a ripagare il costo totale dell’operazione Gran premio d’Italia. Dal canto suo conferma che la cifra di costi organizzativi supera gli 8 milioni di euro che, come appunto segnalato sopra, nella stragrande maggioranza finiscono nelle tasche di chi opera una tantum in autodromo a Monza, soprattutto giovani. Forse, ma lo vedremo giorno per giorno, a creare qualche problema in più a Benvenuti è il meteo. Nelle date cruciali, specie domenica, per ora non ci sono certezze in merito al classico bel tempo che bacia sempre la gara italiana. «Gestire l’autodromo quando piove – conferma il direttore generale di Sias – è più impegnativo: basta solo pensare ad alcune situazioni come i parcheggi e le persone diversamente abili. Tuttavia cercheremo, se ci saranno, di far fronte a queste emergenze confidando nel buon senso di tutti, pubblico in primis».
Quello delle modifiche strutturali, parcheggi e sottopassi in prima battuta sono soluzioni che vanno trovate in futuro immediato, a maggior ragione ora che è stata firmata la nuova convenzione. «Mi soddisfa quanto stabilito nero su bianco fra Aci e Consorzio, perché ci da tranquillità d’investimenti e, nello specifico, la trovo giusta nella sua stesura sapendo le posizioni di partenza dei due soggetti». Una chiusura riferita al futuro dell’autodromo dell’uomo chiamato a gestirlo sul campo. Ma per ora quello che conta è il Gran premio d’Italia 2019.