Finanza islamica: il Sukuk traballa, Dana Gas dichiarato fuorilegge

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Brutte notizie per la finanza islamica: Dana Gas, multinazionale del settore gas e petrolio, ha da poco annunciato che non intenderà ripagare un’obbligazione ovvero restituire yield per un sukuk Mudarabah in scadenza ad ottobre 2017 da 700 milioni di dollari.

Il perché è presto detto: il tribunale di Sharjah lo dichiara fuorilegge, non conforme ai principi della Sharia’a.

Dana Gas restituirà agli investitori il valore nominale prima della scadenza offrendo strumenti alternativi di investimento.

 

Finanza Islamica: il Sukuk traballa

Con questo colpo di scena, che va ad aggravare la crisi diplomatica in Qatar, il Sukuk, il più noto titolo finanziario islamico, perde credibilità e sicurezza.

A far traballare il prodotto numero uno della finanza islamica è un altro caso: di recente, la società malese Felda Global Ventures, ha annunciato il blocco del suo Sukuk da 350 milioni di dollari perché accusata di corruzione.

Si attende il lancio nel mercato obbligazionario sovrano della Nigeria che il 28 giugno emetterà un Sukuk di 11 milioni di dollari, mentre in Gambia il lancio di un Sukuk a breve termine andrà a finanziare la spesa pubblica.

 

Sukuk e bond: la differenza

La finanza islamica, che attira in modo crescente la comunità finanziaria occidentale, vale oltre 2 mila miliardi di dollari nel mondo. Il grosso ostacolo, come ha dimostrato la recente vicenda di Dana Gas, è il fatto che numerosi fondi d’investimento seguono i principi della Sharia.

Il prodotto principale nel mercato dei titoli islamici è il Sukuk che vanta diversi emittenti pubblici o corporate.

Il Sukuk è un certificato alternativo alla tradizionale obbligazione: con il bond il prestatario deve restituire il controvalore iniziale con l’aggiunta del tasso d’interesse stabilito, mentre con il Sukuk gli utili sono collegati all’attività sottostante ed i prestatori vantano un certificato di proprietà sulla stessa attività.

 

Finanza islamica in Occidente: tra interesse ed ostacoli

In Europa, sono soprattutto il Regno Unito, la Germania, la Francia ed i Paesi Bassi i Paesi più attivi in questo settore.

Solo in UK sono nate 5 banche d’investimento (European Islamic Investment Bank, Global Securities House, London & Middle East Bank, European Finance House e Gatehouse Bank) e la prima banca islamica inglese retail (Islamic Bank of Britain, attiva dal 2004).

E’ sempre del Regno Unito la creazione (risalente a 15 anni fa) dell’Islamic International Financial Market e, per primo in Occidente, ha emesso un bond islamico attirando l’interesse occidentale ed ordini per 2 miliardi di sterline.

L’agenzia di rating Standard & Poor’s conta tre sfide da affrontare per la finanza islamica: il calo dei prezzi del petrolio, la sua frammentazione ed i cambiamenti normativi per banche ed assicurazioni in ambito UE.

 

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