Francoforte vigila sul tema dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche
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È Mario Draghi in persona, nella conferenza successiva al direttivo dell’Eurotower a Froncoforte, a ribadire con parole più chiare quello che già il suo vice Vitor Constancio e il membro italiano del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea Ignazio Angeloni, avevano sottolineato nelle scorse settimane nel pieno della tempesta sul mercato che ha messo in ginocchio le banche, Mps in primis.

Per il numero uno della Bce la Soluzione del problema dei prestiti deteriorati nel settore bancario, “prevede un ruolo anche per i governi, nella fattispecie con l’approvazione di leggi che favoriscano lo sviluppo di un mercato degli Npl, la revisione delle leggi esistenti sui fallimenti e altre azioni, e se necessario anche un ‘paracadute’ pubblico quando ci sono condizioni straordinarie”. Una soluzione possibile solo – ha spiegato – “se il mercato degli npl non funziona bene e vogliamo evitare ondate di vendite sottocosto”.

Come, in che forma e soprattutto a che condizioni – vero nodo della trattativa in corso tra Roma e Bruxelles – è ancora tutto da definire. Draghi, come sempre, si è tento alla larga da qualsiasi fuga in avanti rispetto al mandato dell’Eurotower limitandosi a spiegare che “è una misura molto utile, ma deve essere presa d’accordo con la Ue e specialmente con la direzione generale concorrenza della Commissione” e che le Le norme Ue consentono “tutta la flessibilità necessaria per aiutare le banche”.

Ma la riunione di oggi dei governatori della Banche Centrali era anche il primo incontro dopo il referendum che porterà la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea. Sotto questo punto di vista, Draghi ha ridimensionato le possibili conseguenze negative sottolineando come I mercati finanziari europei abbiano mostrato una “incoraggiante tenuta” ai picchi di volatilità seguiti al voto.

Quanto alle decisioni di politica monetaria, Francoforte ha lasciato invariati i suoi tassi principali. Il ‘refi’, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, resta a quota zero, mentre il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, rimane negativo a -0,40%. Invariato anche il tasso marginale a +0,25%. Troppo presto per nuove misure non convenzionali o per un ulteriore tagliando del QUantitative Easing. Eventuali modifiche all norme sugli acquisti di titoli pubblici – ha spiegato – “sono rimandate a quando disporremo di maggiori informazioni”

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