Generali, Greco ama l’azione ma non di responsabilità

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Il Leone antico ha molta voglia di guardare avanti, ma deve guardarsi bene alle spalle. Mario Greco, sempre più leader di Generali, archivia il trimestre «migliore degli ultimi cinque anni», e prosegue la rincorsa alle storiche antagoniste Allianz e Axa. Il 27 a Londra aggiornerà il piano strategico: non sono attese major news, al più dettagli, e aggiornamenti su due altri retaggi come Bsi e Citylife. La Svizzera è dura venderla, anche perché va difeso il valore di libro (1,8 miliardi). Mentre sui grattacieli di Milano, primo investimento immobiliare di gruppo, va rilanciata – forse liquidando Allianz con una delle torri – una redditività erosa da debito e crisi del mattone. Altra eredità riguarda le condotte dei vecchi gestori, che per l’Ivass (in salsa Bankitalia, con sapori ben più decisi della mielosa vigilanza Isvap) andrebbero rilette, anche a fini di possibili azioni di responsabilità. L’ex ad Perissinotto, su La Stampa, ha rigettato ogni possibile addebito, anzi annettendosi un po’ dei meriti attuali poiché dismissioni e plusvalenze odierne riguardano bandierine strategiche anche da lui piantate. Lo stesso Greco pare restio a rivangare i poco memorabili intrecci tra vecchi manager e loro soci. Come sempre dati e cifre sono interpretabili a piacere. Gli investitori hanno pochi dubbi, e in 15 mesi di nuova gestione Generali è salita del 63,6%, contro il 47,8% dello Stoxx assicurativo.

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