Hermès incita gli acquirenti ad acquistare altre categorie merceologiche prima di aver accesso ai prodotti più esclusivi
Gli avvocati di due clienti sostengono che Hermès sta violando le norme a tutela della concorrenza, che definiscono alcune pratiche di raggruppamento di beni o di vincolo ad altri acquisti come un abuso di potere di mercato.
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Gli avvocati di due clienti sostengono che Hermès sta violando le norme a tutela della concorrenza, che definiscono alcune pratiche di raggruppamento di beni o di vincolo ad altri acquisti come un abuso di potere di mercato. “Il prodotto principale, la borsa Birkin, è separato e distinto dai prodotti collegati, gli accessori che devono essere acquistati dai consumatori”, si legge nella denuncia. “I ricorrenti hanno opzioni alternative per gli accessori e preferirebbero scegliere tra di essi indipendentemente dalla loro decisione di acquistare o meno una borsa Birkin.”

Sempre da quanto sostenuto dagli avvocati, la motivazione risiederebbe nella struttura delle commissioni degli addetti alle vendite degli store di Hermès: il personale del negozio non riceve infatti alcuna commissione sulle borse Birkin e pertanto viene premiato in base alle vendite dei prodotti di altre categorie merceologiche.

Stando invece a quanto riportano blog e forum degli appassionati di borse, molti acquirenti affezionati del marchio riferiscono che parallelamente alla crescita della domanda dell’iconica borsa, gli shop assistant nei negozi siano diventati sempre più severi e ben disposti a concedere le punte di diamante del brand, ovvero le borse Birkin e Kelly, solo ai clienti che acquistano con assiduità anche altri prodotti del brand. La smentita di Hermès non si è fatta attendere, e il marchio francese ci tiene a specificare che non vi è alcuna conditio per cui per acquistare una borsa bisogna necessariamente acquistare altri prodotti, tuttavia il CEO Axel Dumas ha riconosciuto che i negozi sono incoraggiati a controllare gli acquirenti e ad attribuire le borse esaurite solo ai clienti “reali”, poiché l’azienda cerca di contrastare un’esplosione di attività di rivendita per i suoi prodotti.

Hermès non è l’unico marchio che è stato accusato di tali pratiche, infatti anche i rivenditori Rolex sono stati accusati di richiedere alla propria clientela di acquistare presso il marchio gemello Tudor, prima di aver accesso ai prodotti Rolex veri e propri.

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