Il 2014 è l’anno della svolta per UniCredit

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L’amministratore delegato del gruppo, Federico Ghizzoni, presenta così l’ultimo esercizio dell’istituto nella lettera ai soci contenuta nel progetto di bilancio consolidato 2014. «Siamo tornati alla redditività – scrive Ghizzoni – raccogliendo i frutti di un lungo lavoro di rafforzamento patrimoniale, di semplificazione dei processi e di recupero di efficienza. Adesso, possiamo pienamente concentrarci sulla crescita». Risultati che permettono ora di raccogliere qualche riscontro anche sul mercato. Ieri il titolo, in una seduta di intonazione positiva per tutto il comparto bancario, è stato fra quelli che ha guadagnato di più con un progresso del 3,59% a 6,2 euro per azione. Le azioni, dai minimi di inizio gennaio a 4,9 euro, hanno recuperato il 26,5% circa. «Se viene aumentato il target sul titolo e investono mi fa solo piacere» ha commentato ieri Ghizzoni riferendosi alla revisione al rialzo del giudizio da parte degli analisti di Goldman Sachs, aggiungendo poi su possibili movimenti nell’azionariato: «Siamo ben felici di avere investitori importanti nel lungo periodo». D’altro canto, ha aggiunto, «il titolo è molto liquido e gli investitori su UniCredit sono tantissimi da diverse parti del mondo. Quindi, se se ne aggiungono altri mi fa solo piacere».
Tornando alla lettera agli azionisti, invece, l’ad ha scritto che nel quadro macroeconomico «si intravedono segnali di miglioramento che potrebbero ripristinare la fiducia e fungere da stimolo agli investimenti. Guardiamo perciò al futuro con ottimismo». Le azioni intraprese in passato «hanno permesso a UniCredit di prepararsi per le prossime sfide» osserva Ghizzoni, aggiungendo che l’obiettivo è «diventare la prima banca in Europa per qualità del servizio, differenziandoci dagli altri operatori grazie alla capacità di sfruttare pienamente le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale che sta trasformando l’attività bancaria». L’ad ha poi sottolineato: «Siamo dunque preparati per il futuro: dimensione europea, solidità patrimoniale, forte cultura di gestione del rischio e spirito innovativo ci permetteranno di rispettare il nostro impegno a creare valore sostenibile per tutti i nostri stakeholder».
Fra le partite ancora aperte per il gruppo, c’è quella relativa a Pioneer. Sul tema è tornato ieri Ghizzoni a margine di un convegno: «Se accordo sarà – ha detto – riguarderà tutta Pioneer. Aspettiamo qualche giorno e vediamo se saremo veramente lì. Un p0’ di pazienza». Sullo stato dell’accordo in via di definizione con Santander per l’aggregazione dei rispettivi poli di asset management, Ghizzoni non ha voluto commentare oltre, limitandosi a rispondere «non posso anticipare niente». In questo segmento, «l’obiettivo di medio termine è quello di vedere se alla fine in questo business, cui diamo molta importanza, è possibile crescere. È un’operazione strategica, non difensiva ma il contrario» ha commentato l’ad, che ha parlato a margine della presentazione del nuovo programma “UniCredit 4 Tourism”, in base al quale il gruppo si impegna ad erogare entro il 2018 2 miliardi di nuova finanza al turismo italiano, di cui circa il 75% destinato a imprese con fatturato inferiore a 5 milioni.

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