Il Covid-19 sta negando la possibilità di dare e ricevere un abbraccio
Oggi più che mai, abbiamo compreso quanto il contatto fisico e l’affetto possano far bene al morale.
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Oggi più che mai, abbiamo compreso quanto il contatto fisico e l’affetto possano far bene al morale. Per questo in alcune residenze per anziani e in qualche ospedale sono state allestite vere e proprie stanze degli abbracci nelle quali poter stringere, seppur attraverso un telo di plastica anti-contagio, i propri affetti.

Il 21 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dell’Abbraccio che, secondo i ricercatori dell’Università di Amsterdam, aiuta a dominare ansie, depressione e stress, contribuendo inoltre a renderci mentalmente più forti e più felici.

Istituita nel 1986 negli Stati Uniti, la Giornata è un’occasione per ritrovare il contatto emotivo e il piacere di un abbraccio, gesto che sempre più sta diventando inusuale, anche prima dell’era Covid, per la frenesia e i ritmi che scandiscono la vita nel mondo occidentale. L’abbraccio rappresenta una rassicurazione, una consolazione.

Si possono abbracciare gli animali, come dimostrato dal successo della pet therapy, ma anche, come accade a Milano da Biancolatte Hugs, morbidi peluches. “Il peluche rappresenta – spiega la Dott.ssa Marta Di Meo, psicologa e psicoterapeuta esperta in Hug Therapy – l’oggetto che ci riporta all’infanzia, quando non si avevano pensieri né preoccupazioni. L’abbraccio con il peluche va ad agire a livello ormonale abbassando il cortisolo, che è l’ormone dello stress, e consentendo al nostro corpo di rilasciare sostanze benefiche che agevolano la distensione muscolare e l’abbassamento del ritmo cardiaco; il corpo pertanto si rilassa e la mente è più tranquilla“. In attesa di poter riabbracciare parenti e amici lontani, è possibile consolarsi anche così.

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