Il nodo Ina per Generali Italia

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La società non c’è più dal primo luglio scorso ma Ina Assitalia resta un tassello importante del piano di riassetto Generali sul mercato nazionale.

E il bilancio 2012, l’ultimo dalla compagnia capitolina prima dell’avvio del riordino, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, si è chiuso con una perdita di 43 milioni, dovuta soprattutto all’andamento negativo della gestione Danni, in rosso per 62,9 milioni, mentre il Vita ha chiuso in attivo per 19,5 milioni. In totale quindi, nonostante il netto miglioramento rispetto al 2011, quando il rosso era stato di 153 milioni, il risultato netto continua a essere negativo. Tanto che il nuovo amministratore delegato, Philippe Donnet, che dal primo ottobre prenderà le redini di Generali Italia al posto di Raffaele Agrusti, dovrà sicuramente impegnarsi per imprimere una sterzata definitiva alla gestione degli asset ereditati da Ina Assitalia, che complessivamente nel 2012 ha raccolto 4,2 miliardi di premi, di cui 2,7 miliardi nel Vita e 1,5 miliardi nei Danni.

Del resto Ina Assitalia è il tassello fondante del piano di avvio di Generali Italia, la nuova società all’interno della quale sono confluite le attività italiane del colosso assicurativo.

 

L’operazione, partita il primo luglio scorso, è stata avviata proprio con il conferimento, all’interno di Ina Assitalia, del ramo d’azienda «direzione per l’Italia» di Assicurazioni Generali, da cui ha preso vita Generali Italia. All’interno di quel pacchetto c’erano tutte le attività assicurative italiane diGenerali, da Alleanza Toro a Fata, passando per le compagnie dirette, Genertel e Genertelife. Oltre alle principali partecipate italiane, come Banca Generali, la società immobiliare Generali Properties o Genagricola. Quello che più conta sono però le attività assicurative, per le quali si attende un importante riassetto che il ceo di gruppo, Mario Greco, non a caso ha scelto di affidare a Donnet. Quest’ultimo in Italia aveva in passato gestito l’integrazione delle partecipate della francese Axa. Per l’autunno è attesa l’incorporazione delle attività assicurative racchiuse nei marchi Toro, Lloyd Italico e Augusta, mentre Alleanza e Genertel, saranno tenute separate. Dall’operazione nascerà la prima compagnia assicurativa del Paese, con più di 13 miliardi di premi e 100 miliardi di asset gestiti per conto di 10 milioni di clienti. Anche Fitch lo scorso 13 agosto ha promosso la semplificazione societaria, rimuovendola dalla lista dei gruppi in odore di declassamento. Sull’Italia Greco è pronto a investire tra l’altro circa 300 milioni, destinati al rafforzamento dei brand, alla formazione delle reti di vendita oltre che alla semplificazione del modello operativo. Prima di tutto però, c’è bisogno di migliorare la redditività. Un percorso, in parte, già avviato.

Complessivamente, secondo il bilancio presentato a giugno, l’Italia presenta un combined ratio nel Danni del 90,8% (dovrebbe essere il più basso possibile) contro il 97% delle attività in Francia e il 96% di quelle in Germania. Ma per Ina Assitalia lo scorso dicembre quello stesso indice era del 103,7%, migliore del 106,6% del 2011, ma superiore al 100%. Il che significa che nel Danni i costi e i sinistri superavano i premi incassati dalla compagnia.

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