Il Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen ha sottolineato che hanno intrapreso azioni appropriate per arginare i problemi di liquidità
L'intervento del ministero del tesoro Usa era necessario per proteggere il più ampio sistema bancario statunitense.
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L’intervento del ministero del tesoro Usa era necessario per proteggere il più ampio sistema bancario statunitense. «Azioni simili potrebbero essere giustificate nel caso in cui istituti più piccoli dovessero subire un deflusso di depositi con il rischio di contagio» ha dichiarato il segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen. Il Tesoro, la Fed e la Fdic hanno lanciato un’iniziativa su due fronti che ha permesso alle banche di soddisfare le esigenze di prestito nel breve termine. Una, denominata Bank Term Funding Program, ha fornito prestiti a un anno a fronte di titoli sicuri al valore nominale, mentre l’altra ha ampliato lo sportello di sconto della Fed. Così ora «la situazione si sta stabilizzando. E il sistema bancario statunitense rimane solido», ha aggiunto Yellen. «La Fed facility e lo sportello di sconto stanno funzionando come previsto per fornire liquidità al sistema bancario. I deflussi aggregati di depositi dalle banche regionali si sono stabilizzati”. Rassicurazioni che fanno balzare il titolo First Republic del 14,7% nel pre-market a Wall Street, complice anche la notizia che l’ad di JP Morgan, Jamie Dimon, sta consigliando l’istituto sulle opzioni per la sopravvivenza, tra cui un potenziale aumento di capitale o una vendita.

Dall’altra parte dell’Oceano, le banche della zona euro devono fare attenzione alle loro fonti di finanziamento o rischiano di essere colte di sorpresa dall’aumento dei tassi di interesse. L’allarme arriva da Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea. Al di là della situazione congiunturale, «la normalizzazione dei tassi di interesse e la manovra di inasprimento quantitativo potrebbero costringere alcune banche, in Europa, a rivedere le loro strategie di finanziamento nel medio termine e a porre maggior attenzione su liquidità e rischi di finanziamento», avverte Enria nell’editoriale del rapporto annuale 2022 della banca centrale sulla vigilanza bancaria.

Considerazioni premonitrici: sono del 28 febbraio

Considerazioni premonitrici se si pensa che risalgono al 28 febbraio, prima quindi della crisi bancaria scatenata dal fallimento della californiana Silicon valley Bank, rimasta senza liquidità, e poi a ruota di Signature Bank a cui ha fatto seguito il salvataggio di First Republic Bank e in Europa di Credit Suisse per mano di Ubs. Secondo Enria la rapida normalizzazione della politica monetaria, in particolare sui tassi di interesse «è stata un driver importante della ripresa della redditività». Tuttavia, questo può anche portare a «un deterioramento della qualità degli attivi, con debitori in affanno a ripagare le rate». 

Rischi di aggiustamenti disordinati su finanza anche non bancaria

Non solo. Lo spostamento del contesto dei tassi potrebbe causare «aggiustamenti disordinati in alcuni segmenti dei mercati finanziari e presso le istituzioni non bancarie», aggiunge, spiegando che questo aumenta i rischi di controparte tra le banche che hanno esposizioni concentrate verso questi particolari mercati o player di mercato. Insomma, «c’è il rischio che le banche vengano colte di sorpresa», indica Enria, assicurando che sui piani di distribuzione dei dividendi del 2023 delle banche dell’Unione Europea, la vigilanza bancaria della Bce «non ha mosso obiezioni specifiche, ma abbiamo avviato un dialogo bilaterale con tutte le banche nell’ambito di una normale valutazione delle traiettorie dei capitali». 

Nell’Ue redditività record e Npl a minimi storici

Finora, comunque, il settore bancario europeo si è mostrato molto resiliente allo shock causato dalla guerra, «anche più di quanto ci attendessimo in un’analisi di vulnerabilità lo scorso maggio», rileva Enria. Il coefficiente di solidità patrimoniale Cet1 si è attestato al 14,7% alla fine del terzo trimestre del 2022, solo leggermente più basso valore che si era visto a fine 2019, prima della crisi causata dal lockdown e delle restrizioni imposte dai governi per il Covid. Al contempo, la qualità degli attivi delle banche ha continuato a migliorare, mentre il volume complessivo dei crediti deteriorati è calato in maniera rilevante a 349 miliardi di euro alla fine di settembre 2022, il valore più basso da quando è iniziata la serie storica del monitoraggio della vigilanza Bce nel 2015. A sua volta la redditività delle banche ha segnato un record con un Return on equity medio del 7,6% per le banche nel terzo trimestre del 2022. Tutte considerazioni che però risalgono al 28 febbraio, quindi prima che si scatenasse la tempesta sulle banche e sulle Borse. 

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