Immobili: ai precari solo il 2,7% dei mutui

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Anche se i lavoratori precari in Italia sono circa il 13% del totale quando si tratta di comprar casa l’incidenza dei mutui concessi a chi ha un contratto a termine rispetto al totale dei finanziamenti accordati si riduce drasticamente: secondo il portale Ilmioprestito.com sono appena il 2,7% del totale. L’indagine, svolta da Ilmioprestito.com e’ partita dall’analisi di oltre 6.000 domande di mutuo e relative erogazioni concesse in Italia da gennaio a luglio 2013 e ha evidenziato come, se anche riescono ad ottenere un finanziamento, i lavoratori precari non sono mai gli unici firmatari del mutuo. Quando a chiedere un mutuo e’ un soggetto che non e’ assunto a tempo indeterminato le banche reagiscono irrigidendo ancora di piu’ i loro parametri: la presenza di un cointestatario assunto a tempo indeterminato o perlomeno di un garante in grado di coprire il pagamento del finanziamento in caso di difficolta’ diventano, cosi’, conditio sine qua non per la concessione. Nel dettaglio, il 60% dei mutui fra i cui intestatari vi e’ un lavoratore precario vede la presenza di un garante, il restante 40% e’ intestato ad un secondo soggetto, impiegato a tempo indeterminato o libero professionista. L’importo medio erogato ammonta a circa 130.000 euro e si finanzia, in 9 casi su 10, l’acquisto della prima casa; il loan to value, vale a dire la percentuale del valore dell’immobile acquistata col mutuo, e’ piu’ alto della media e arriva al 66%. La durata del finanziamento che si riesce ad ottenere e’ di poco meno di 25 anni (23,5) mentre l’eta’ media del primo firmatario e’ di 35 anni, leggermente inferiore alla richiesta ”tipo” di mutuo in Italia. Per quanto riguarda i tassi, la preferenza assoluta va al tasso variabile, scelto dal 68% dei mutuatari: si tratta, probabilmente, di soggetti convinti di migliorare le proprie condizioni economiche negli anni a venire, che pertanto preferiscono le oscillazioni del variabile alla rata certa, ma piu’ elevata, del mutuo a tasso fisso. Non tutti i contratti a tempo determinato, pero’, sono uguali per la banca: le categorie che possono essere piu’ ottimiste circa l’ottenimento del mutuo sono i precari della scuola, che spesso vantano molti anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro e, pertanto, vengono visti di buon occhio dall’istituto finanziatore, in quanto titolari di una fonte di reddito pressoche’ certa. Ovviamente, anche loro devono ricorrere ad un garante o cointestatario, ma il loro stipendio puo’ andare a comporre il reddito complessivo su cui calcolare la rata. ”La recente approvazione del Piano Casa da parte del Governo Letta ha riportato in auge le difficolta’ dei precari e dei piu’ giovani ad ottenere un finanziamento per l’acquisto casa – conclude Bacca – ed auspichiamo che, nei prossimi mesi, aumenti la probabilita’ dei precari di accedere al Fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati; la fotografia attuale, ad ogni modo, resta piuttosto grigia”.

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