Jerome Powell ha anticipato una politica monetaria più aggressiva del previsto
Jerome Powell davanti alla commissione Bancaria del Senato, ha anticipato una politica monetaria potenzialmente più aggressiva del previsto, dicendo che «il picco dei tassi d'interesse sarà probabilmente più alto di quanto precedentemente previsto» e che la Fed «è pronta ad accelerare sul rialzo dei tassi d'interesse, se giustificato dai dati».
Federal Reserve DC

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Jerome Powell davanti alla commissione Bancaria del Senato, ha anticipato una politica monetaria potenzialmente più aggressiva del previsto, dicendo che «il picco dei tassi d’interesse sarà probabilmente più alto di quanto precedentemente previsto» e che la Fed «è pronta ad accelerare sul rialzo dei tassi d’interesse, se giustificato dai dati». Risultato: il mercato ora attende un aumento del costo del denaro di 50 punti base, non di 25, durante la riunione del 21-22 marzo, cosa che continua a frenare gli indici continentali e spinge al rialzo il dollaro, con l’euro ai minimi da dicembre 2022. Così procedono senza riuscire a prendere una decisione precisa il FTSE MIB +0,27%  di Milano, il CAC 40 -0,07%  di Parigi, il DAX 40 +0,28%  di Francoforte, l’IBEX 35 +0,29%  di Madrid, l’AEX -0,01%  di Amsterdam e il FTSE 100 -0,03%  di Londra.

Tra l’altro, la prossima settimana deciderà in merito alla politica monetaria anche la Banca centrale europea. Intanto sul fronte macro è emerso che in Germania le vendite al dettaglio a gennaio hanno registrato un calo dello 0,3% congiunturale e del 6,9% su anno. La produzione industriale, inoltre, è salita del 3,5% su base mensile, ma è diminuita dell’1,6% su base annua. Inoltre, il Pil dell’Eurozona è rimasto stabile nel quarto trimestre, un livello inferiore al +0,1% precedentemente stimato, segnalando un rallentamento a causa dell’elevata inflazione e dell’aumento dei tassi d’interesse.

Negli Stati Uniti sarà annunciato il rapporto Adp sul mercato del lavoro nel settore privato nel mese di febbraio, dato che preannuncia le statistiche ufficiali che saranno diffuse venerdì. La tenuta del mercato del lavoro, infatti, è uno dei criteri osservati dalla banca centrale statunitense per decidere il tenore dell’inasprimento del costo del denaro. In serata sarà pubblicato il Beige Book, ossia il rapporto sull’economia stilato dalla Fed. Inoltre Powell parlerà di nuovo dinnanzi alla Commissione Finanze della Camera.

Tim in spolvero sul Ftse Mib, bene le banche e Iveco

A Milano, dopo un avvio incerto, ha imboccato la strada del rialzo Telecom Italia -0,09% , nell’attesa di novità sulle due offerte per Netco. Dopo una partenza debole tentano la strada del rialzo le banche, con Unicredit +1,73%  e Banco Bpm +1,60%  tra le migliori. In cima al listino principale si piazza Iveco Group +1,56% , così come va bene Stmicroelectronics +1,25% , dopo che Moody’s ha alzato l’outlook a positivo e ha confermato il rating “Baa2”, mentre perdono quota le azioni oil con Tenaris -1,70%  in coda. Fuori dal Ftse Mib, Banca Monte Paschi Siena -0,29%  è in buon rialzo nel giorno dei conti 2022. 

Spread fermo a 184 punti, rendimento al 4,54%

Andamento stabile per lo spread tra i Btp e i Bund decennali, dopo l’intervento del presidente della Fed Jerome Powell, che ha raffreddato le aspettative di chi puntava su un rallentamento imminente della stretta monetaria. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128), scambiato sul secondario telematico Mts, e il pari scadenza tedesco è fermo a 184 punti base. Il rendimento del decennale italiano è al 4,54% rispetto al 4,53% della vigilia.

Euro resta sotto 1,06 dollari, a minimi da dicembre 2022

Prosegue il rafforzamento del dollaro, che già ieri ha imboccato la via dei rialzi dopo le parole da “falco” del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha anticipato una politica monetaria potenzialmente ancora più aggressiva. La moneta unica, che lunedì era scesa sotto quota 1,06 dollari, scivola ulteriormente a un minimo di 1,0524, tornando quindi ai valori di inizio dicembre 2022. «Gli investitori hanno iniziato a scontare un ulteriore aumento dei tassi di interesse da parte della Fed e un tasso terminale più alto di quanto previsto in precedenza, con un’impennata della domanda di dollari», sottolineano gli analisti di ActivTrades, ricordando che la posizione «marcatamente aggressiva assunta da Powell ha contraddetto le indicazioni fornite dalla banca centrale all’inizio dell’anno e sembra aver spaventato i mercati, creando volatilità nel sistema finanziario e aumentando ancora una volta la probabilità di una recessione». Il biglietto verde si è rafforzato anche sulle altre valute, con la sterlina che passa di mano a 1,1837 dollari e il cross dollaro/yen a 137,58.

Petrolio rimane debole, gas in rialzo

Dopo il calo della vigilia è ancora debole il petrolio: il wti arretra dello 0,43% a 77,25 dollari al barile. Infine sale il valore del gas, il future di aprile si attesta a 44,2 euro in progresso del 2,1%. 

Borse asiatiche in aumento, Tokyo su massimi in 6 mesi

La Borsa di Tokyo conclude la seduta sui massimi in 6 mesi, malgrado la contrazione del mercato azionario Usa, sostenuta dalla debolezza dello yen sul dollaro e le aspettative di una ripresa del turismo in Giappone. Il Nikkei segna un rialzo dello 0,48% a quota 28.444,19, con un progresso di 135 punti. Sul mercato valutario lo yen tratta ai minimi in due mesi e mezzo sul dollaro a 137,60, e sull’euro a un livello di poco superiore a 145. 
Le Borse cinesi chiudono la seduta contrastate: l’indice Composite di Shanghai cede lo 0,06%, a 3.283,25 punti, mentre quello di Shenzhen segna un guadagno dello 0,29%, portandosi a quota 2.114,91. Male Hong Kong, che sta chiudendo in ribasso di oltre due punti percentuali anche sulle tensioni crescenti tra Cina e Stati Uniti.

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