La Bce ha lasciato invariati allo 0,05% i tassi di interesse
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Il tasso di rifinanziamento principale è ai minimi storici dalla nascita della moneta unica.

A partire dal 9 marzo la Bce comprerà 60 miliardi di euro al mese di bond governativi e altri titoli a reddito fisso nell’ambito di un più ampio programma di Quantitative Easing che ha l’obiettivo di contrastare la minaccia deflativa.

Mario Draghi, numero uno della Bce, ha confermato l’imminente lancio del programma nella conferenza stampa iniziata alle 14.30 e seguita alla decisione sui tassi. Immediata reazione dei mercati valutari alle sue parole, con l’euro che ha testato il nuovo minimo in 11 anno scendendo fino a $1,1001, rischiando dunque quota $1,10.

Per Draghi lo stesso annuncio del QE – avvenuto nel corso della prima riunione del 2015 del Consiglio direttivo dell’Eurotower – lo scorso 22 gennaio, ha già aiutato l’economia dell’Eurozona. Il piano, ha aggiunto, dovrebbe migliorare l’outlook dell’economia. “Al momento non vediamo assolutamente nessuna ragione per non proseguire il nostro piano di acquisti di titoli di Stato almeno fino al previsto settembre 2016, o oltre se necessario”. Il banchiere ha poi precisato, rispondendo a una domanda, che “non acquisteremo bond che rendono meno del tasso di deposito”. (che attualmente è pari a -0,20%).

La Bce oggi ha reso noto di aver alzato le stime sul Pil dell’area a +1,5% per il 2015 dalla precedente stima del +1%. Lo staff della Bce prevede poi una crescita più veloce sia per il 2016 (+1,9% contro +1,5% precedentemente formulato) che per il 2017, anno in cui il prodotto interno lordo salirà +2,1%.

Contestualmente, sono state tagliare le stime relative all’inflazione. Per il 2015, si prevede un’inflazione praticamente pari allo 0%, contro lo 0,7% atteso in precedenza. Il tasso dovrebbe poi salire all’1,5% nel 2016 (rivisto al rialzo da 1,3% inizialmente previsto) e 1,8% nel 2017.

Draghi, nel corso della conferenza stampa, ha avvertito che la ripresa economica continua, ma che sarà messa sotto pressione dal ritmo lento a cui stanno avvenendo le riforme nei paesi membri dell’Eurozona e dagli attuali aggiustamenti dei bilanci. Il recente calo dei prezzi petroliferi, a suo avviso, dovrebbe aiutare l’economia dell’Eurozona, aumentando le spese delle famiglie e tagliando i costi delle aziende.

Alla domanda se la Bce abbia intenzione di permettere alla Grecia di emettere altri titoli di debito di breve termine, alzando il tetto sull’emissione, Draghi ha risposto: “la Bce è una istituzione basata sulle regole, non una istituzione politica. Ed esiste una regola che vieta il finanziamento monetario, ovvero vieta che i governi stampino moneta per acquistare i loro debiti. Ci è vietato fare questo”.

Un’altra domanda è stata sul perchè la Grecia non sia inclusa nel nuovo programma di acquisto di asset. Draghi ha sottolineato che la Bce non può acquistare bond di qualsiasi paese che si trovi a seguire un programma di salvataggio, e che dunque è escluso sia l’acquisto di bond greci che quello di bond ciprioti. Draghi ha tenuto a precisare anche che la Bce ha erogato prestiti alla Grecia per un valore di 100 miliardi di euro, raddoppiando i prestiti negli ultimi due mesi. La Bce fino ad oggi “ha prestato alla Grecia 100 miliardi di euro. Nell’ultimo mese e mezzo i finanziamenti della Bce alla Grecia sono raddoppiati. Oggi il loro livello è pari al 68% del Pil della Grecia, che è il livello più elevato nell’area euro”.

“In un certo senso possiamo dire che la Bce è la Banca centrale della Grecia. Ma lo è anche degli altri Paesi”.

Insomma, “molto è stato fatto” per il sistema bancario della Grecia, che è secondo Draghi solvente. Mantenere questa solvibilità è un fattore chiave per permettere alla Bce di continuare a fornire la liquidità di emergenza (fondi ELA). Un avvertimento è stato lanciato sulla “comunicazione” inappropriata che ha danneggiato il settore bancario greco, sostenendo al rialzo i tassi sui bond e riducendo . Un punto molto importante è che, stando alle parole del banchiere, la Bce potrebbe iniziare ad accettare di nuovo i bond greci a titolo di garanzia, nel caso in cui la Grecia rimborsasse le tranche sui debiti”. In particolare, la Bce potrebbe acquistare debito della Grecia a partire da luglio/agosto.

La riunione della Bce si è tenuta a Nicosia, nell’isola di Cipro. Proprio Cipro è stata salvata con un piano di bailout quasi due anni fa. Il presidente della Banca centrale cipriota Chrystalla Georghadji ha affermato che le decisioni prese due anni fa sono state molto dolorose, per il paese e la sua gente, e che i controlli sui capitali che sono ancora in vigore potranno essere eliminati probabilmente entro la fine del primo trimestre di quest’anno.

Solo la metà degli economisti interpellati da Thomson Reuters ritiene che il programma riuscirà ad alzare l’inflazione riportandola nei pressi della soglia del 2% fissata dalle autorità europee. Sempre il 50% degli analisti è convinto che il piano verrà esteso oltre settembre 2016, data in cui è previsto il termine del QE.

Secondo MPS Capital Securities la manovra straordinaria di allentamento monetario “potrebbe essere eventualmente implementata nei prossimi mesi, qualora ci fossero diversi bond governativi di paesi core con tassi negativi inferiori a questo livello”.

Non sono attese novità sui titoli greci che molto probabilmente saranno riaccettati come collaterale solo dopo che saranno registrati progressi sul fronte delle riforme richieste dai creditori internazionali. Draghi sarà sicuramente interrogato dalla platea di giornalisti presenti a Cipro sulla crisi del debito greco.

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