La Commissione Europea ha già fatto delle proposte per rivoluzionare il panorama digitale
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A partire dalla tutela dei minori fino ad arrivare ai cambiamenti dell’ecommerce per assicurare agli utenti di avere lo stesso trattamento al di là dello stato di appartenenza. Difficile, però, mettere d’accordo i vari stati membri che non sempre sono disposti a cedere una parte della loro sovranità. Anche quando questo migliorerebbe la vita di tutti online. In più, al progetto di legge della Commissione Europea non mancano contraddizioni e resistenze delle lobby.

La cornice di regole alle quali le startup puntano vuole spingersi più in là. E arrivare ad assicurare alle aziende indicazioni comuni sugli obblighi fiscali, sul lavoro, sulle quotazioni in borsa, sulle procedure di fallimento. Tutto questo dovrebbe permettere alle iniziative imprenditoriali europee di poter operare in diversi Paesi in contemporanea senza scontrarsi con le differenti burocrazie, spesso in contraddizione tra loro. Il problema principale che mette in discussione la realizzazione del progetto è la mancanza di fondi. Fatto sta che potrebbe rendere il mercato delle startup più solido e soprattutto più appetibile per gli investitori. Non è la prima volta che si parla di un’idea del genere. Italia, Germania, Uk e Francia ne avevano già discusso, senza però arrivare a un risultato.

Per i due forum che raccolgono imprenditori e fondatori di startup, uniformare le leggi europee e creare un mercato unico servirà a generare un ambiente competitivo che stimoli le startup in termini di iniziativa imprenditoriale, scalabilità e formazione lavorativa in Europa. «Un passaporto per startup per gli imprenditori europei è una soluzione elegante per incoraggiare più fondatori a beneficiare di un mercato unico largo. Questo potrebbe essere un passo fondamentale per fare in modo che il Single Digital Market lavori per aziende a crescita veloce e non solo per i giganti. Aiuterà molte compagnie paneuropee a scalare più velocemente», ha commentato Brent Hoberman del Founders Forum. Per raggiungere l’obiettivo i forum vogliono stabilire una comunicazione più efficace tra aziende e soggetti politici. La lista dei firmatari della richiesta dello Unicorn e del Fonders Forum al momento raccoglie 29 nomi ed è destinata ad allungarsi:

Alex Chesterman Zoopla Property Group
Alexander Asseily State
Denis Philippon Voyage Privé
Ed Wray Betfair
Eric Wahlforss Soundcloud
Errol Damelin Wonga /Thread.com
Fabio Cannavale Bravofly Rumbo
Frédéric Mazzella BlaBlaCar
Giles Andrews Zopa
Gilles Babinet Musiwave
Hermann Hauser Acorn / Arm
Jacques-Antoine Granjon Vente-privee
Jason Gissing Ocado
Jose Neves Farfetch
Klaus Nyengaard JustEat
Lucas Carne Privalia
Marc Simoncini Meetic/ Sensee
Moritz Kork Wayfair
Niklas Zennström Atomico
Ning Li Made
Pierre Kosciusko-Morizet PriceMinister / ISAI
Robert Gentz Zalando
Renaud Visage Eventbrite
Taavet Hinrikus Transferwise
Thomas C. Hoegh LoveFilm
Toby Rowland King.com
Xavier Niel Iliad/Free

La call è ancora aperta a tutti coloro che condividano l’idea dello Startup Single Market.

Unicorn Forum è un’associazione informale creata da Gianluca Dettori (Vitaminic, d-pixel) e fa parte del progetto Welcome di Startup Europe.  «È una realtà nata da una mailing list tra founder di società che hanno raggiunto la valutazione di un miliardo» ha detto Dettori. «Noi vorremmo portare in Europa le buone pratiche emerse dal registro delle startup italiane, con i punti di forza e aggiustando le cose che hanno funzionato meno. Abbiamo un’esperienza unica in questo senso». Ma a cosa potrebbe servire? Il fondatore di d-pixel non ha dubbi: «Regole comuni vuol dire avere un regime paneuropeo per oltre 100mila aziende che a quel punto non avranno più motivo di scegliere una sede legale piuttosto che un’altra. Oltre a questo servirebbe anche per gli investitori che avrebbero un’unica legislazione in un unico mercato a cui fare riferimento». In Europa l’idea comincia a piacere.

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