La legislazione antimonopolistica da il via libera all’acquisizione di Esso da parte di IP
L'acquisizione di Esso da parte di Ip si dovrebbe completare entro il 1° ottobre.
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L’acquisizione di Esso da parte di Ip si dovrebbe completare entro il 1° ottobre. Passeranno così a Ip il 75% della Raffineria Sarpom di Trecate, di cui Ip deteneva già la quota restante, insieme alla titolarità dei depositi di Genova, Arluno e Chivasso, quella di Engycalor Energia Calore, che controlla il deposito di bitumi di Napoli, e il 12,5% della società Disma, che gestisce il deposito di carburante aereo dell’aeroporto di Malpensa.

E’ un bel salto per il gruppo…

“L’operazione ci consente di guadagnare una dimensione da attore chiave per la transizione del settore e di raddoppiare la nostra capacità di raffinazione: con il controllo di Trecate passiamo da una capacità di raffinazione di poco meno di 5 milioni di tonnellate a quasi 10 milioni di tonnellate di carburante, a fronte di una capacità nazionale di 87 milioni circa. E’ importante anche l’acquisizione dei depositi, che aumenta i nostri margini di manovra nella logistica” afferma il presidente del gruppo Ugo Brachetti Peretti.

Dal punto di vista occupazionale?

“Cresceremo da 1.100 persone a circa 1.550, con il personale della raffineria e dei depositi di Esso”.

La vostra rete di distributori, invece, rimane la stessa?

“Con questa acquisizione la nostra rete di distribuzione non cambia. Il perimetro non comprende le 2.200 stazioni di servizio a marchio Esso, che tra il 2012 e il 2018 erano già state cedute a terzi, mantenendo però un rapporto di fornitura, che con questa operazione sarà trasferito a IP. L’insegna Esso rimarrà dunque sulle strade italiane. IP ha già un buon posizionamento sulla rete italiana, con 4.500 distribtori sugli oltre 21.000 presenti sul territorio nazionale”.

L’embargo alla Russia vi ha creato molte difficoltà?

“L’embargo ha colpito il settore ma noi, come azienda, non eravamo dipendenti in maniera rilevante dalla Russia. Abbiamo solo dovuto differenziare qualche specifico carico. Ci approvvigioniamo da varie parti del mondo, Medio Oriente, Azerbaigian e altri e dunque siamo flessibili”.

A prima vista, si direbbe che crescete in un business superato…

“Al contrario, sia Falconara che Trecate sono raffinerie molto avanzate ed entrambe hanno già una capacità di co-processing di biocarburanti avanzati. Questo tipo di carburanti sono destinati a crescere molto e noi siamo pronti a ospitarli per favorire la transizione energetica. Trecate e, speriamo, anche Falconara ospiteranno progetti Pnrr di produzione di idrogeno verde”.

A partire dal 2035 in Ue non sarà più possibile immatricolare auto nuove con il motore a combustione interna, che spazio ci sarà per il business dei carburanti?

“Può sembrare in controtendenza investire nei carburanti, ma è un settore chiave della transizione, sia perché le raffinerie devono produrre carburanti sempre più efficienti, sia perché la rete dei distributori ha l’opportunità di diventare un hub multienergia, dove rifornirsi di carburanti sempre più moderni, a tendere più benzine che gasolio, biocarburanti avanzati, carburanti sintetici e anche di energia elettrica”.

Avete già installato delle colonnine di ricarica?

“Ne abbiamo installate 60 e abbiamo progetti per installarne molte altre ad alta velocità, che consentano una ricarica veloce, fra i 10 e i 20 minuti”.

Quindi non siete preoccupati dalla crescita dell’elettrico, che comunque in Italia va molto a rilento?

“La scelta del divieto, come giustamente detto da alcuni ministri, è problematica perché offre un vantaggio alla Cina, che oggi è il campione mondiale dell’auto elettrica sia per la produzione di batterie che per le materie prime necessarie a costruirle. Ciò detto lo vivremo come opportunità”.

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