Alphabet, la holding di Google chiude il terzo trimestre dell’anno in corso sopra le stime. Segno di un vero boom, di come la fruizione di contenuti da mobile, e in particolare di contenuti video, non sia più solo una prospettiva ma costituisca ormai una realtà diffusa a livello globale. Lo smartphone al centro del sistema digitale e il video come strumento per conquistare (e mantenere) l’attenzione degli utenti: un binomio che ormai non può più non essere preso in considerazione da chiunque intenda fare comunicazione online.
Ma a far crescere il già florido colosso oltre le aspettative sono anche i frutti della ricerca e dello sviluppo che l’azienda ha impegnato in direzione dell’Internet of Things, dall’automotive alla domotica. «Le ricerche fatte attraverso dispositivi mobili e i video stanno sostenendo il nostro business pubblicitario core», ha scritto Ruth Porat, direttore finanziario di Alphabet, in una nota che accompagna i risultati: «Ma siamo davvero entusiasti per i progressi delle attività più nuove in Google, come quelli della divisione “Other Bets” che comprende progetti come le vetture senza autista, Google Fibre e i termostati Nest, fiore all’occhiello della domotica del futuro».
Tradotto in numeri, questo entusiasmo si traduce in ricavi del segmento Google – che include anche YouTube – per 22 miliardi di dollari (nel terzo trimestre 2015 erano stati di circa 18 miliardi); di questi, 20 miliardi i ricavi pubblicitari. Gli utili sono stati di 5 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto ai 4 miliardi dello stesso periodo del 2015. Il numero di click fatti dagli internauti su siti legati a Google e che hanno generato introiti sono saliti del 42% rispetto al terzo trimestre del 2015. Questo balzo ha più che controbilanciato il calo dell’13% del cost-per-click su siti del gruppo (una misura dei prezzi per la pubblicità attentamente monitorata). A livello aggregato, il numero di click capaci di generare introiti è salito del 33% annuo.