La sfiducia verso il sistema del credito ha prodotto disaffezione verso le banche
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Non è accettabile che si azzerino o riducano i valori delle azioni e delle obbligazioni (convertibili o subordinate), senza un contraddittorio, nel momento della valutazione dei bilanci di quelle banche divenute illiquide. Se vogliono evitare i contenziosi le Banche devono rinegoziare il loro debito, salvando così i loro creditori, gli obbligazionisti di ogni tipo e, indirettamente, anche gli azionisti: uno strumento possibile è che emettano e cedano agli obbligazionisti attuali ed a chiunque aderisca, obbligazioni a 20 anni, pari all’importo del debito maturato, con interessi pari al tasso legale, garantiti dal Fondo interbancario. Con tale operazione finanziaria, si rifinanzierebbero le banche, con un giusto lungo respiro, utile a recuperare redditività e si ridarebbe credibilità al sistema creditizio, di fronte ai cittadini.

Riteniamo indispensabile ed urgente che i parlamentari pugliesi di qualsiasi schieramento, propongano al più presto una legge che sancisca almeno questi punti: 1) Imporre sanzioni penali e risarcitorie chiare, rapide ed effettive per i dirigenti e i “controllori” che contribuiscono a questi crack; 2)Semaforo del rischio: Stop ai prospetti informativi incomprensibili e di 200 pagine: all’inizio del prospetto serve una distinzione chiara e semplice fra titoli rischiosi e titoli che lo sono meno (una scala da 1 a 10, oppure un semaforo con i tre colori); 3) Educazione finanziaria: per guidare un’auto la formazione è obbligatoria e ci vuole la patente, ma anche comprando prodotti finanziari ci si può “schiantare”. Alle Associazioni dei consumatori devono essere affidati corsi di educazione finanziaria per coloro che vogliono investire (in prodotti non a basso rischio). 4) Ridefinire ruolo e funzioni di Banca d’Italia e Consob. Dopo la nascita della BCE, il ruolo deve esser ripensato, perché possa svolgere: a) controllo PREVENTIVO della corretta gestione delle banche italiane; b) stimolo dello sviluppo; c) difesa dei cittadini dallo strapotere delle grandi concentrazioni bancarie. Non vogliamo una Banca d’Italia ridotta solo a Ufficio Studi, deputato a redigere statistiche o ad elaborare per il Governo, leggi richieste dalle banche; 5) attribuire  anche alle Associazioni di Consumatori il compito di procedere alla profilazione dei clienti; 6) distinguere, specie alla luce del bail in, la figura del risparmiatore da quella dell’investitore.

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