La Ue archivia il segreto bancario

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Lo scandalo Lux Leaks ha dato una forte accelerazione all’armonizzazione fiscale europea. L’Ecofin ha approvato una direttiva, da tempo ferma al Consiglio Ue, che permette lo scambio automatico di informazioni sui conti correnti, archiviando di fatto il segreto bancario. Approvata anche la direttiva sui rapporti tra le società madri e filiali. L’Ecofin, l’ultimo a presidenza italiana, ha raggiunto anche l’accordo sul bilancio Ue 2015.

I Ventotto hanno approvato ieri dopo lunghe discussioni una direttiva che regolamenta il rapporto tra società madre e società figlia in uno stesso gruppo. Sempre ieri, i ministri delle Finanze hanno anche trovato un accordo per ampliare lo scambio automatico delle informazioni bancarie. La decisione giunge in un momento molto particolare nel quale a livello internazionale la lotta contro l’evasione fiscale e soprattutto l’elusione fiscale ha assunto nuova importanza.
«L’accordo sulle regole contro gli abusi nella direttiva madre-figlia garantisce pari trattamento per le attività oneste nel mercato unico dell’Unione europea e mette la parola fine alle scappatoie che potrebbero essere utilizzate nel caso di pianificazione fiscale aggressiva», ha detto a Bruxelles il commissario agli affari monetari e alla tassazione, il francese Pierre Moscovici. La decisione riguarda la modifica di una direttiva che risale al 1990. In origine, il testo legislativo doveva servire a evitare la doppia tassazione dei profitti di una stessa società in due diversi paesi. Col tempo, le regole sono state utilizzate dalle aziende, direttamente o indirettamente, per eludere la tassazione, trasferendo profitti da una entità all’altra di una stessa società nel tentativo di sottoporre a prelievo il reddito nei paesi europei dove le aliquote fiscali sono più basse. Il tentativo comunitario è di mettere mano alle scappatoie. «Le modifiche imporranno ai paesi membri un livello minimo di protezione della direttiva contro eventuali abusi», ha detto ieri il ministro dell’Economia italiano e attuale presidente dell’Ecofin, Pier Carlo Padoan. Un primo accordo politico era stato trovato in novembre, ma in quella occasione alcuni paesi (Belgio e Olanda) avevano chiesto chiarimenti, mentre la Gran Bretagna doveva ancora chiedere il benestare parlamentare.
La vicenda LuxLeaks scoppiata in Lussemburgo ha messo alla luce del sole l’abitudine di alcuni paesi, non solo il Granducato, di offrire generosi accordi fiscali a numerose multinazionali. Ieri, proprio il Lussemburgo ha affermato che sta «già fornendo, ai governi che li richiedono, dettagli sugli accordi fiscali con le società estere».
In alcuni casi, l’operazione si basava sul trasferimento da paese a paese all’interno dello stesso gruppo di profitti e benefici. In una recente lettera, Germania, Francia e Italia hanno esortato la Commissione a puntare su una maggiore armonizzazione fiscale.
Sempre ieri, i ministri delle Finanze hanno approvato in via definitiva la scelta di estendere tra gli altri a interessi, dividendi, saldi di conti correnti e benefici derivanti da vendite di attività finanziarie lo scambio automatico di informazioni. Austria e Lussemburgo si sono opposti per anni a questa possibilità, ma la pressione internazionale ha modificato gradualmente il loro atteggiamento dopo che anche la Svizzera ha ridotto l’importanza del segreto bancario.
I ministri hanno poi confermato la difficoltà a trovare un accordo sull’adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Gli undici paesi, tra cui l’Italia, che hanno deciso di perseguire una cooperazione rafforzata hanno deciso di continuare a negoziare anche nel 2015. Molti governi sono cauti sulla possibilità di trovare una intesa, tenuto conto delle differenze sulla base imponibile. Altri come la Francia hanno ribadito la loro volontà di raggiungere presto un accordo.
Più in generale, durante una conferenza stampa, Moscovici ha ribadito che la Commissione europea intende avere «un approccio offensivo» nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Moscovici ha confermato che l’esecutivo comunitario intende presentare nei primi mesi del 2015 un testo legislativo sullo scambio di informazioni relativo agli accordi fiscali concessi dai paesi alle multinazionali. L’obiettivo, ha precisato, è di mettere a punto regole «estremamente estensive».

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