L’autoriciclaggio trova casa

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L’autoriciclaggio trova casa. Ad accoglierlo, il ddl anticorruzione al vaglio delle Commissione giustizia del Senato. Come anticipato da ItaliaOggi, infatti, il governo ha presentato un emendamento ad hoc al ddl per riscrivere l’art. 648-bis del codice penale. E le intenzioni sono subito chiare: reclusione da tre a otto anni e una multa da 10 mila a 100 mila euro per chiunque «per procurare a sé o ad altri un ulteriore profitto, sostituisce o trasferisce denaro, beni o altra utilità provenienti da tale delitto o comunque li impegna in attività imprenditoriali o finanziarie». Quest’ultima categoria, in particolare, sarà quella più a rischio. Se, infatti, stando al tenore letterale della norma, il mero livello di godimento dei profitti dovrebbe continuare a rimanere impunito, quando, invece, l’utilizzo è assistito dal dolo di profitto e si inserisce in una attività economia le pene vengono inasprite. La pena, infatti, «è aumentata quando il fatto è commesso nell’esercizio dell’attiva bancaria, finanziaria o altre attività professionali, nonché nell’esercizio dell’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, ovvero in ogni altro ruolo con potere di rappresentanza dell’imprenditore». Si appresta quindi a essere colmata, nel corso dei lavori in II Commissione a Palazzo Madama, una delle lacune del codice penale italiano. La proposta del governo recepisce il contenuto dell’emendamento presentato da Giuseppe Lumia (Pd), membro della Commissione giustizia (si veda ItaliaOggi di ieri), secondo cui «l’introduzione del reato di autoriciclaggio in questi termini fa si che quest’ultimo passi dall’essere un reato di danno a un reato di pericolo. Ad oggi», ha spiegato Lumia a ItaliaOggi, «le condotte che vengono così perseguite, rientrano dell’ambito del post factum non punibile, mentre ora verranno sottratte dal post factum e saranno perseguibili». Ora, quindi, attraverso la sostituzione dell’art. 648-bis del codice penale rubricato «Riciclaggio», ad opera dell’art. 5 del ddl anticorruzione, l’autoriciclaggio potrà essere perseguito in modo autonomo. Novità anche per il mero riciclatore. Il governo, infatti, ha deciso di inasprire le pene pecuniarie. Nell’attuale formulazione del 348-bis la pena penuniaria prevista può variare da 1.032 a 15.493 euro mentre, con la modifica apportata dall’esecutivo, la pena potrà variare da 10 mila a 100 mila euro. Il riciclaggio, però, non è l’unica disposizione ad andare incontro all’innalzamento della pena. Il ddl anticorruzione che, calendario alla mano, dovrebbe approdare in Aula al senato martedì 10 giugno, infatti prevede anche la possibilità di estendere fino a cinque anni l’incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione; l’estensione dei casi in cui alla condanna consegue l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego a tutti i casi in cui la condanna alla reclusione sia per un periodo non inferiore a cinque anni; l’aumentato fino a 10 anni del massimo della pena in caso di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio; l’innalzamento da 4 a 10 anni della pena in caso induzione indebita a dare o promettere utilità; l’aumentato fino a 5 anni del massimo della pena in caso di abuso d’ufficio; l’innalzamento fino a 3 anni della pena in caso di traffico di influenze illecite.

Prevista, inoltre, la pena della reclusione da 1 a 5 anni in caso di false comunicazioni sociali che aumenta da 2 a 8 anni in caso di società quotate che emettono o garantiscono strumenti finanziari.

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