L’azzeramento dei tassi deciso dalla Bce non sarà trascinante per i mutui
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Ma la mossa di Mario Draghi contribuirà sicuramente a confermare la tendenza alla ripresa del mercato in atto ormai da mesi.

Secondo i dati di Bankitalia, novembre, dicembre e gennaio sono stati infatti mesi già positivi per i prestiti alle famiglie, con incrementi dello 0,8% ogni mese ed è prevedibile che da oggi arriverà l’ennesima spinta alla stipula di nuovi mutui a tasso variabile – in questo momento decisamente più convenienti – o alla rinegoziazione di quelli già in essere a tasso fisso. Come si scopre consultando il portale Mutuionline.it, la differenza tra le due offerte è infatti sempre più evidente in gran parte degli istituiti di credito.

Prendendo il caso pratico di un trentenne assunto a tempo indeterminato che a Roma voglia acquistare una prima casa da 300.000 euro, accendendo un mutuo da 200.000 euro, il tasso fisso offerto dalle banche va da un minimo del 2,5% ad un massimo del 2,9%, con rate che vanno da 1.047 a 1.183 euro.

Allo stesso trentenne e per lo stesso immobile viene però contemporaneamente offerto un tasso variabile molto più basso. Si parte dall’1,27% per arrivare ad un massimo del 2,5%, con rate mensili che vanno da 943 a 1.011 euro a seconda degli istituti. L’Euribor a tre mesi è infatti già sceso da mesi sotto lo zero per cento ed è in ulteriore discesa in questi giorni. A metà febbraio era a -0,200 mentre oggi, all’indomani dell’annuncio Bce, si colloca a -0,229. All’Euribor la banca aggiunge il proprio differenziale, diverso da istituto ad istituto, che porta il tasso finale in positivo.

Se il mutuo è stato acceso a tasso fisso, di modifiche non ce sono, a meno che non venga rinegoziato direttamente con la banca oppure si scelga di utilizzare la portabilità e spostarsi ad un istituto che offre condizioni più convenienti. Se il tasso è invece variabile, ci sarà un’ulteriore limatura verso il basso, anche se si tratterà di pochi euro, visti i tassi già sostanzialmente ai minimi.

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