Le Associazioni perseguiranno contro le banche, contemporaneamente alla strada civile anche quella penale
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Lo sostiene l’Avv. Laudadio di Adusbef Puglia “Infatti abbiamo già iniziato a depositare esposti nelle diverse Procure d’Italia interessate dai crac bancari, in Toscana, Veneto, Lazio e Puglia, per l‘accertamento delle eventuali responsabilità e per il recupero delle somme perse. Proprio la costituzione di parte civile nel processo penale, è una delle strade percorribili. I nostri sportelli sono a disposizione di tutti i risparmiatori per offrire una prima consulenza e verificare se, nella condotta della banca, sussistano eventuali profili di responsabilità anche di natura penale, ad esempio con riguardo alla truffa.

Un altro aspetto che le Procure iniziano a monitorare attiene alla valutazione dei NPL (not performing loans – crediti deteriorati) che sono in pancia alle banche e che, con valutazioni riservate e non aperte a nessuno, men che meno ai soci, agli azionisti, agli obbligazionisti o alle associazioni di consumatori, vengono inseriti in bilancio senza che su di essi sia possibile fare un riscontro oggettivo. Proprio per questo, riteniamo che tutti i risparmiatori potrebbero chiedere, in un esposto penale, di valutare anche questo aspetto. Tanto per evitare che si ripetano casi come quelli del San Paolo di Napoli degli anni 90, in cui dopo il default dell’istituto, assorbito da BNL/INA e poi dal gruppo SanPaolo Imi, si scoprì che la “bad bank” era riuscita a recuperare il 94% circa dei debiti, mentre azionisti ed obbligazionisti avevano perso tutto in seguito all’azzeramento del capitale sociale.

Da ultimo, vi è un altro problema che in questo momento pesa sulla serenità dei risparmiatori: la sostanziale abolizione del diritto di recesso a danno dei proprietari di azioni delle Banche Popolari disposto dal D.L. 3/2015. convertito dalla legge n.33/2015. Infatti, privare di fatto un cittadino italiano di una proprietà (le azioni della banca) è atto contrario alla legge; persino nell’esproprio, che rappresenta l’ipotesi legale più estrema di privazione della proprietà, il legislatore prevede che vi sia una “causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata” e “il pagamento di giusta indennità”. Secondo noi, pertanto, deve esser dichiarata nulla per la sua evidente incostituzionalità, la norma del 2015 che ha permesso ai CDA delle banche di rinviare in tutto e senza limiti di tempo, il rimborso delle azioni. Anche il Tribunale di Napoli, in una recentissima sentenza del 24.3.16, ha dichiarato illegittimo il blocco del rimborso del socio che recede da una Banca Popolare.

 

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