L’e-commerce è una delle ricette che ha funzionato di più nella battaglia alla crisi
La Sharing Economy si ridefinisce e si struttura

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Grazie alla loro presenza online, le pmi sono riuscite a mettere un argine alla congiuntura sfavorevole e ad aumentare le vendite online del 20% nel quadriennio tra il 2010 e il 2014, gli anni finora più “duri”.

E’ quanto emerge da uno studio commissionato da eBay a un team di economisti della Sidney Austin Llp. Dalla ricerca emerge, tra l’altro, che a puntare con più decisione sull’e-commerce come strumento di innovazione, con particolare riguardo all’export, sono state per la maggior parte le “start-up online”, molte delle quali hanno visto la luce prorpio negli anni della crisi: il 52% delle piccole imprese italiane su eBay nel 2014, infatti, ha aperto il proprio negozio elettronico tra il 2010 e il 2014.
Molte delle aziende presenti su eBay e nate durante la crisi, inoltre, si comportano come “micro-multinazionali”, per rendersi visibili sui mercati esteri, proprio come succede alle grandi aziende. Il 54% delle piccole imprese italiane su eBay prese in esame – rivela lo studio – esporta infatti in più di dieci paesi.

“Vendiamo in tutto il mondo ricambi per Vespa, scooter e Ape – spiega Biagio Bicasbia, proprietario di un negozio eBay creato nel 2010 a Cerignola, in provincia di Foggia – Cresciamo del 20% annuo e in due persone siamo riusciti a raggiungere un fatturato di un
milione di euro all’anno, grazie alle 17.000 inserzioni presenti nel negozio e ai circa 120 ordini al giorno”.
“Molti imprenditori italiani hanno saputo trasformare la crisi in un’opportunità, abbracciando l’e-commerce e amplificando così il proprio business – aggiunge Claudio Raimondi, general manager di eBay in Italia – L’innovazione sta creando un esercito di piccole imprese che crescono online e, grazie all’export, prosperano a livello globale”.

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