Le erogazioni dei mutui dopo tre anni hanno registrato un aumento di oltre il 10 %
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La flessione dei prestiti per l’acquisto di abitazioni, la componente più rilevante del debito delle famiglie, si è fortemente attenuata (-0,3 % a marzo 2015); nel complesso i prestiti alle famiglie consumatrici hanno smesso di scendere.

Le erogazioni dei nuovi mutui, dopo tre anni di calo sostenuto, hanno registrato un aumento su base annua di oltre il 10 %, rimanendo tuttavia ancora inferiori ai rimborsi; la tendenza è proseguita nei primi mesi del 2015 (15 % in marzo).

Sebbene con minore intensità, anche i nuovi mutui alle persone con meno di 35 anni, che più hanno risentito della precedente fase di restrizione dell’offerta, hanno ricominciato a crescere. La ripresa delle erogazioni è stata sostenuta dalla domanda, sospinta a sua volta dalle prospettive meno sfavorevoli del mercato immobiliare, e dalle migliori condizioni di finanziamento, soprattutto di costo.

Dalla fine del 2013 i tassi sui nuovi contratti di mutuo (TAEG) si sono ridotti di quasi un punto percentuale (scendendo al 2,9 % nel marzo del 2015); ne hanno tratto beneficio anche le famiglie già in possesso di un mutuo, che nel 2014 hanno rinegoziato le condizioni applicate ai prestiti in un numero maggiore di casi rispetto all’anno precedente.

La riduzione dei tassi di interesse è stata più forte per i mutui a tasso fisso, diminuiti di oltre un punto, al 3,4 % in marzo; la riduzione del tasso variabile è stata di 0,8 punti, al 2,4 percento. Conseguentemente l’incidenza dei mutui a tasso fisso sulle erogazioni è aumentata, in modo marcato a partire dalla seconda metà del 2014, raggiungendo circa il 30 % lo scorso marzo. I mutui a tasso variabile sono rimasti tuttavia prevalenti tra i nuovi contratti di prestito, anche per le aspettative di stabilità del tasso Euribor, cui questi contratti sono indicizzati.

Secondo l’Indagine regionale sul credito bancario condotta dalle Filiali della Banca d’Italia, il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (loan to value) ha smesso di diminuire; alla fine del 2014 era in media pari a circa il 59 %. La quota di mutui che permettono di estendere la durata o di sospendere temporaneamente i pagamenti senza costi addizionali è aumentata di circa un punto percentuale, a poco meno del 21 % (14,5 del valore complessivo dei mutui in essere).

In linea con le evidenze provenienti dagli intermediari, i risultati del sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni mostrano una maggiore facilità a ottenere un mutuo da parte delle famiglie: la quota di agenti immobiliari che individua nella difficoltà a reperire un mutuo una delle cause prevalenti di mancata realizzazione della compravendita è diminuita in marzo al 30,9 %, il valore minimo dall’inizio della rilevazione nel 2008. Nello stesso mese la quota di compravendite finanziata con un mutuo è aumentata al 65,2 %, dal 60,9 del 2013.

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