Maxi offerta del colosso delle tlc americane Comcast per acquistare Sky
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La maxi offerta di 30 miliardi di dollari, compreso il debito, accelera il processo di concentrazione tra operatori telefonici e fornitori di contenuti e illumina paradossalmente anche un aspetto delle elezioni italiane: la nuova “discesa in campo” di Berlusconi, nonostante l’età, le condizioni di salute e l’accorata preghiera di medici e familiari di non tornare alla politica attiva. “Lo faccio per il Paese, che ha ancora bisogno di me” ripete l’ex Cavaliere: basta sostituire la parola Azienda alla parola Paese e tutto diventa chiaro. La stella polare di Berlusconi è sempre stata l’Azienda e anche le sue vicende giudiziarie (Olgettine a parte) hanno riguardato l’attività imprenditoriale: ha pagato la mafia per proteggere i suoi ripetitori e i magazzini Standa al Sud (dopo che alcuni furono incendiati), le truffe fiscali hanno riguardato fatti aziendali, e via raccattando.

Ora l’Azienda vive una nuova emergenza: l’assalto a Mediaset di Vivendi del finanziere francese Bollorè, che vuole creare un colosso europeo nei contenuti ed è anche il primo azionista di Tim. Una futura fusione Tim-Mediaset, sul modello Comcast-Sky, è  nelle cose. Ma chi la piloterà? Bollorè o Berlusconi? Ecco perché l’ex Cavaliere ha ancora bisogno dello Stato per rafforzare la propria posizione, soprattutto ora che il governo ha previsto il “golden power” per influenzare la vicenda. E c’è una ragione anche per la radicale avversione berlusconiana per il M5S, visto non solo come un movimento di giustizialisti incompetenti (oggi l’ha definito “una setta di nullafacenti”), ma anche come  portatore di una filosofia industriale che privilegia internet sulle tv. E non bisogna dimenticare che le tv berlusconiani utilizzano l’etere, che è un bene pubblico, e pagano per la concessione governativa un canone più basso rispetto ai concorrenti stranieri.

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