MDC lancia campagna contro il caro assistenza e gli ostacoli ai diritti dei consumatori
movimento difesa del cittadino

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Il Movimento Difesa del Cittadino lancia una campagna contro le aziende che ricorrono ai costosi call center a pagamento per l’assistenza telefonica post-vendita. “Purtroppo tale pratica, nonostante sia stata dichiarata illegittima anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, è ancora molto diffusa nel mercato – dichiara l’Avv. Francesco Luongo, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino – Abbiamo riscontrato il ricorso ai numeri a sovrapprezzo da parte di società di telefonia, trasporti, servizi Pay TV, vendita di elettrodomestici e così via. Dopo aver segnalato i casi Whirlpool ed Indesit all’Antitrust, che ha prontamente avviato un’istruttoria per pratica commerciale scorretta, stiamo predisponendo per l’Autorità altre segnalazioni”.

Il Presidente di MDC ribadisce che “l’utilizzo di un numero telefonico a sovrapprezzo per i servizi di assistenza post-vendita equivale a far pagare al consumatore due volte servizio che, secondo il Codice del Consumo, è compreso nel prezzo già pagato dal cliente”. Il Codice stabilisce infatti che, qualora il professionista utilizzi una linea telefonica allo scopo di essere contattato dal consumatore in merito al contratto concluso, il consumatore non è tenuto a pagare più della tariffa base. L’obbligo di utilizzo della numerazione a pagamento per eventuali reclami o richieste di chiarimento può rappresentare, inoltre, un ostacolo oneroso e sproporzionato imposto al consumatore che intenda esercitare i propri diritti.

“I costi, già alti in partenza, dei call center a sovrapprezzo, sono poi suscettibili di ulteriore – e non prevedibile – incremento a causa di lunghe attese al telefono o di reiterate interruzioni della comunicazione, come ha chiarito proprio l’Antitrust nella comunicazione di un’altra istruttoria avviata lo scorso dicembre. Ci batteremo – conclude l’Avv. Luongo – per mettere fine a questa diffusa “abitudine” utilizzata dalle aziende per fare guadagni extra e dissuadere il consumatore dal far valere i propri diritti”.

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