Mediocredito centrale ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti
Da UniCredit a Intesa , dal Banco Bpm a tutte le grandi banche italiane, nessuno paga la nuova tassa sugli extra profitti, che invece viene accantonata nelle riserve patrimoniali.
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Da UniCredit Intesa , dal Banco Bpm a tutte le grandi banche italiane, nessuno paga la nuova tassa sugli extra profitti, che invece viene accantonata nelle riserve patrimoniali. Ma la notizia vera è che anche una banca controllata da un’agenzia governativa partecipata interamente dal ministero dell’Economia e delle finanze non ha fatto eccezione alla regola: Mediocredito centrale, controllata da Invitalia, ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti ma di accantonare a riserva un importo pari a due volte e mezzo l’imposta.

Bene i conti

Il Mediocredito centrale chiude peraltro dei conti positivi: i nove mesi dell’anno hanno registrato un utile di 19,2 milioni, di cui 17,9 milioni di competenza del gruppo. La banca – indica una nota – «ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti ma di accantonare a riserva un importo pari a due volte e mezzo l’imposta». La banca, controllata da Invitalia, dallo scorso mese di maggio è guidata dal nuovo amministratore delegato Francesco Minotti.

La capogruppo Mcc ha realizzato un utile di 4,3 milioni (16 milioni nello stesso periodo dello scorso anno per significativi effetti straordinari), cui si aggiunge il primo risultato positivo di BdM Banca, in utile a tre anni dal salvataggio, di Cassa Orvieto e gli effetti di consolidamento positivi per complessivi euro 8,7 milioni. Il Fondo di Garanzia per le pmi, gestito da Mcc registra, con oltre 169mila domande accolte da inizio anno, un valore di finanziamenti di oltre 32 miliardi.

Il margine di intermediazione del gruppo Mcc, pari a 328,1 milioni, è cresciuto del 3,2% (317,9 milioni), grazie in particolare alla crescita del margine di interesse del 20%, a 208,5 milioni (173,7 milioni) e delle commissioni nette (+2,7%) a quota 118,6 milioni (115,5 milioni). In aumento le rettifiche di valore per rischio credito a 45,9 milioni da 18,5 milioni al 30 settembre 2022.

Gli impieghi netti a clientela, comprensivi dei crediti commerciali, passano da 9,44 miliardi di fine 2022 a 9,57 miliardi al 30 settembre 2023, grazie all’attività commerciale del periodo. I crediti in bonis netti sono pari a 9,07 miliardi rispetto a 8,99 miliardi al 31 dicembre 2022. La raccolta è pari a 12,77 miliardi, rispetto a 13,52 miliardi al 31 dicembre 2022, con una decrescita dovuta in particolare alla componente da banche centrali (-35%), avendo il Gruppo Mcc ridotto la propria esposizione al Tltro III di 1,36 miliardi nei primi nove mesi. I coefficienti Cet1 e Tier1 sono pari al 12,08% (11,28% al 31 dicembre 2022); il Total Capital ratio è pari al 13,35% (12,60%).

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