Mentre il Banco Popolare prova a stringere con Bpm, Ubi tenta la carta del rilancio

Ancora nessun commento

Nella lunga corsa a tappe che potrebbe portare all’aggregazione tra Banca Popolare di Milano e un altro gruppo bancario (gara che vede in pole position il Banco Popolare), l’istituto di Brescia e Bergamo prova a tornare in competizione. I vertici di Ubi hanno incontrato quelli di Piazza Meda per discutere dei dettagli sulle proposte in campo e capire se ci sono (ed eventualmente quali sono) i margini per la prosecuzione della trattativa.
L’incontro fa seguito a un meeting avvenuto tra le due parti prima di Natale, che però non ha permesso di trovare la giusta quadra. E che, anzi, avrebbe portato in una posizione di netto vantaggio il Banco Popolare, con il quale la banca milanese sta conducendo una trattativa parallela che potrebbe portare presto, alla luce di possibili accelerazioni finali, all’annuncio di un avvio formale di trattative.
Un annuncio che, se si creassero le condizioni, potrebbe anche presentarsi come un memorandum of understanding: in questo caso, alcune fonti vicine al dossier suggeriscono che si possa arrivare a un annuncio entro metà febbraio, altre vedono più realistico la scadenza di marzo. Qualora invece si registrassero difficoltà nella sintesi tra le diverse posizioni, non è escluso uno slittamento in autunno.
Sta di fatto che già oggi – ma non è escluso che l’incontro slitti in questi giorni – Ubi ci riproverà: da una parte del tavolo, per la banca che è appena diventata Spa dovrebbero esserci l’a.d. Victor Massiah, il presidente del Consiglio di Sorveglianza Andrea Moltrasio e il presidente del Consiglio di Gestione Franco Polotti. Dall’altra, l’intero “stato maggiore” di Popolare Milano, rappresentato dal consigliere delegato Giuseppe Castagna, il numero uno del Cdg Mario Anolli e il presidente del Cds Piero Giarda. Ad assisterli saranno i loro advisor, ovvero Citi e Lazard per Bpm, Credit Suisse e Morgan Stanley per Ubi.
L’incontro non avrebbe carattere definitivo, va detto. Insomma, nessun ultimatum da una parte come dall’altra. Certo è che tra i temi sul tavolo c’è ovviamente quello relativo alla governance. Alcuni rumor circolati negli ultimi giorni vedevano l’assegnazione della poltrona di presidente del Consiglio di Sorveglianza all’attuale numero uno di Bpm, Piero Giarda, che verrebbe affiancato, in qualità di vicepresidenti, dagli attuali due presidenti di Ubi. A Victor Massiah andrebbe la carica di a.d., mentre a Giuseppe Castagna finirebbero deleghe della direzione generale.
Si vedrà. Resta da capire come, in seno a Bpm, si possa coagulare un consenso sufficiente di fronte a un’operazione che, date le forze in campo, rischia di far apparire Ubi più come predatore e Bpm come preda. La banca timonata da Giuseppe Castagna capitalizza circa quattro miliardi, il Banco Popolare 4,7 miliardi, Ubi 5,7 miliardi.Per questo motivo, nell’ipotesi di nozze tra Bpm e Banco Popolare, l’operazione si presenterebbe maggiormente come un «merger of equals». In questo scenario, l’architettura attorno a cui si sta ragionando dovrebbe prevedere l’adozione di uno schema tradizionale (anche se non sono esclusi possibili correttivi), con il numero uno del Banco Popolare, Carlo Fratta Pasini, al vertice della nuova realtà bancaria; Pier Francesco Saviotti alla guida del Comitato Esecutivo e Giuseppe Castagna nuovo a.d. dell’intero gruppo. Sul tavolo l’ipotesi del mantenimento dell’autonomia del diverse realtà operative per un lasso di tempo prolugato (3/6 anni).
Ieri intanto il Cds di Bpm ha abbandonato il progetto di un possibile rinvio dell’assemblea dei soci da aprile a giugno. L’ipotesi, di cui si è discusso negli ultimi tempi, non avrebbe trovato il sufficiente consenso dentro al board. A questo punto in aprile ai soci toccherà l’approvazione dei conti 2015 e il rinnovo del Cds. Uno scenario possibile è che a giugno, se si trovasse a breve l’intesa con il partner, si arrivi al’approvazione contestuale di Spa e fusione. Altrimenti, per l’ok all’aggregazione (considerato che per operazioni simili occorrono 90 giorni per il placet Bce) si dovrebbe slittare all’autunno.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI