Montepaschi, l’esame Bce sull’aumento di capitale

La riunione, a Francoforte, inizierà questa sera, ma è domani che la discussione entrerà nel vivo. Al suo secondo appuntamento il Supervisory board, l’organismo che coordinerà il nuovo meccanismo di vigilanza bancaria della Bce, potrebbe prendere in esame il Capital plan presentato dal Monte dei Paschi di Siena dopo la bocciatura agli stress test di ottobre. Si tratta del piano di aumento di capitale da 2,5 miliardi definito a Rocca Salimbeni il 5 novembre per coprire il deficit di 2,1 miliardi evidenziato dalla prova di resistenza, nel contesto di uno scenario ipotetico e molto sfavorevole, condotta dalla Banca centrale europea per verificare il grado di solidità delle maggiori banche in vista dell’avvio della vigilanza unica, il 4 novembre.

Le operazioni definite a Siena dovranno passare l’esame del Consiglio di supervisione, a cui parteciperà per la Banca d’Italia il vicedirettore generale Fabio Panetta, accompagnato a Francoforte dal capo della vigilanza di via Nazionale, Carmelo Barbagallo. All’esame del Consiglio, oltre al piano, per il Mps ci sarà anche la richiesta di affievolire il deficit per un ammontare pari alla differenza positiva tra gli utili operativi stimati per l’anno 2014 e gli stesi valori previsti invece nello scenario avverso degli stress test che, dice la banca senese, hanno contribuito negativamente per 390 milioni di euro.
Quanto al piano l’aumento previsto consentirà a Mps anche di rimborsare integralmente (1,07 miliardi) e in anticipo i Monti bond rispetto alla scadenze del 2015, 2016 e 2017.
Le mosse dell’istituto guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, prevedono anche la cessione di partecipazioni non core e attivi del portafoglio nonché, in un contesto più ampio, anche ipotesi di alleanze e integrazioni con altri istituti, anche stranieri. In ogni caso, una volta ottenuta l’approvazione della Bce, Mps avrà tempo fino alla fine di luglio per realizzare il piano.
«In molti casi la deficienza di capitale è la punta dell’iceberg», ha detto ieri Ignazio Angeloni,componente italiano del consiglio di sorveglianza della Bce, riferendosi alle banche per le quali i test della Bce hanno rivelato un capitale insufficiente. Mentre gli esami dell’Eurotower – comprehensive assesment e stress test – sono stati «focalizzati sul capitale, ora l’azione di supervisione conseguente deve andare alla radice dei problemi che chiamano in causa i modelli di business, il contesto di business, la governance, i sistemi di controllo, la gestione dei rischi di credito e operativi», ha spiegato Angeloni aggiungendo che «così nel 2015, per prima cosa abbiamo un piano per esaminare i modelli interni di valutazione dei rischi».

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