Mps, documento segreto con Nomura

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C’è un documento di 49 pagine che è uno dei perni dell’intera vicenda Mps. Si tratta del “mandate agreement” tra il Monte dei Paschi e Nomura sottoscritto il 31 luglio del 2009 che lega la ristrutturazione della operazione Alexandria con gli acquisti di Btp a lungo termine. E’ quanto scrive La Stampa spiegando che la storia, per come è stata raccontata finora, fissa nel 10 ottobre 2012 il ritrovamento del documento, occultato in una cassaforte in quello che era l’ufficio dell’ex direttore generale, Antonio Vigni.

Ma le tracce di quel documento, prosegue il giornale, erano molte. È il 20 settembre 2012 quando l’attuale direttore finanziario, Bernardo Mingrone, chiede al segretario della presidenza Valentino Fanti di verificare se presso la sua struttura esistessero documenti relativi ai contratti con Nomura. A ricordare gli eventi è lo stesso Fanti in una mail indirizzata a Fabrizio Leandri, capo dell’area di revisione interna di Mps, il 30 ottobre del 2012. Leandri chiede a Fanti una puntuale ricostruzione del ritrovamento.

In 32 righe, scrive il Corriere della Sera, il manager mette nero su bianco come venne ritrovato il “mandate agreement”, contratto che collega in un’unica cornice due operazioni finanziarie del 2009, formalmente distinte: la ristrutturazione del derivato “Alexandria”, su cui Mps perdeva 220 milioni e un acquisto di 3 miliardi di Btp trentennali finanziati di fatto da Nomura con una complessa operazione detta “long term repo”. Il ritrovamento in cassaforte del contatto firmato, secondo l’esposto dell’ad, Fabrizio Viola, risale al 10 ottobre 2012. Anche da quell’esposto, prosegue il quotidiano, ebbe impulso il filone d’inchiesta sulle operazioni che, secondo i pm dell’inchiesta, servirono a far chiudere il bilancio 2009 in utile, sia pure di poco.

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