Mutui ancora in crescita e tassi di default in miglioramento
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È lo scenario che emerge incrociando i dati elaborati dal consueto bollettino Bankitalia, dal 41esimo Osservatorio sul credito al dettaglio di Assofin, Crif e Prometeia.

Secondo via Nazionale, le banche a ottobre hanno rialzato leggermente i tassi sui nuovi finanziamenti ipotecari alle famiglie con un Taeg medio che sale dal 2,33% di settembre al 2,34% di ottobre. In un contesto che rimane favorevole alla sottoscrizione di nuovi finanziamenti nonostante le turbolenze finanziarie che stanno investendo il settore creditizio e l’incertezza di fondo scaturita da referendum e crisi di Governo.

«Nei primi 9 mesi del 2016 le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie – nota il report Assofin, Crif e Prometeia – hanno proseguito la crescita già riscontrata negli ultimi due anni. La componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che costituisce la parte più consistente delle nuove erogazioni, mostra un trend in decisa accelerazione (+34,9%), che rispecchia il miglioramento nell’andamento delle compravendite immobiliari residenziali». La componente “altri mutui”, invece, «dopo le performance molto positive dell’ultimo biennio, ridimensiona notevolmente il trend di crescita (+17%). Tale andamento è dovuto principalmente al marcato rallentamento delle surroghe, per le quali si delinea una progressiva riduzione del bacino di mutui per le quali tale operazione risulta conveniente.»

Buone notizie sul fronte “insolvenze”: «La rischiosità dei mutui immobiliari ha proseguito il lento ma progressivo calo iniziato ormai da diversi trimestri e a settembre 2016 il tasso di default si colloca all’1,4%, sfiorando il livello che si osservava nel periodo pre-crisi».
Nel periodo gennaio-settembre 2016, inoltre, si interrompe la riduzione degli importi finanziati e delle durate contrattuali dei nuovi mutui, che aveva caratterizzato gli ultimi anni a seguito del boom delle surroghe, e i mutui a tasso fisso raggiungono quasi i due terzi delle erogazioni grazie ai tassi di riferimento ai minimi storici, «che hanno spinto le famiglie meno propense al rischio a preferire la certezza di una rata costante per tutta la durata del contratto, sia alle nuove offerte a tasso fisso proposte da molte banche al fine di fidelizzare la clientela».

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