Nel 2015 la spesa dei conti correnti è diminuita di 5,8 euro rispetto al 2014
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L’onerosità complessiva è determinata principalmente dall’ammontare delle spese fisse e dal numero di operazioni effettuate nell’anno.

La spesa per canoni e per gli altri oneri fissi è diminuita di 3,9 euro, per effetto principalmente dei minori canoni di base (-3,3 euro); le spese variabili sono diminuite di 1,9 euro per effetto delle minori commissioni, che hanno compensato la crescita del numero medio di operazioni effettuate (da 140,4 a 143,8 unità); a parità di operazioni le spese variabili sarebbero diminuite di 2,1 euro per effetto delle minori commissioni unitarie.

I contratti di più recente apertura, probabilmente anche per effetto delle politiche commerciali praticate dalle banche nei confronti della nuova clientela, godono di condizioni economiche generalmente più favorevoli rispetto ai contratti con maggiore anzianità.

La metà dei correntisti ha sostenuto una spesa inferiore a 61,1 euro (63,6 e 66,3 euro rispettivamente nel 2014 e nel 2013); lo scarto tra il primo e il terzo quartile risulta diminuito e pari a 74,5 euro (77,2 e 77,4 nel 2014 e nel 2013).

Il risultato della corrente rilevazione si inquadra in una fase di progressiva riduzione della spesa: nel periodo 2010-2015 la spesa di gestione dei conti è diminuita in media del 3,4 per cento annuo, con una variazione complessiva di 14,6 euro (era pari a 91,1 euro nel 2010). La contrazione della spesa, avvenuta in concomitanza con l’aumentata operatività della clientela è dipesa per l’86 per cento dalle minori spese fisse e per la parte restante dalle minori commissioni applicate sulle disposizioni.

Con riferimento agli oneri sugli scoperti e sulle aperture di credito in conto corrente, i dati mostrano una sostanziale stabilità della spesa relativa alla messa a disposizione dei fondi (intorno all’1,6 per cento del credito accordato). Quanto alle commissioni unitarie di istruttoria veloce, esse registrano una diminuzione sia per i conti affidati (da 34,8 a 29,7 euro) sia per quelli non affidati (da 27,4 a 26,9 euro); inoltre, per entrambe le tipologie di conti si osserva rispetto alla precedente rilevazione una contrazione dell’ammontare e della durata degli sconfinamenti.

I conti correnti postali, anche in ragione della minore complessità dei servizi fruiti dalla clientela, rimangono significativamente meno costosi rispetto ai conti correnti bancari.

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