Non è facile prevedere gli effetti di ‘Brexit’ nel medio periodo
esame OAM, KRADIOS, cambiavalute

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Le prime stime indicano una possibile riduzione della crescita, diversamente quantificata dai previsori. Un rallentamento che investirà tutta l’area Euro e non solo il nostro Paese. Si tratta di stime che potranno essere corrette, al rialzo o al ribasso, anche in base al grado di ‘intelligenza’ e chiarezza con il quale le autorità politiche europee e britanniche gestiranno il nuovo complesso di rapporti economici e finanziari conseguenti all’uscita della Gran Bretagna dal consesso europeo.

Il rischio che la fiducia, nella sia pur debole ripresa economica in atto nel nostro paese, arretri è concreto: ne conseguirebbe l’inasprirsi delle condizioni finanziarie e nell’offerta del credito. Nonostante al momento non sia all’orizzonte un aumento dei tassi di interesse, i criteri prudenziali, giustamente imposti alle banche, potrebbero restringere la liquidità, da immettere nel sistema economico, a favore di imprese e famiglie. Per gli intermediari del credito questo si tradurrebbe in nuove difficoltà nei volumi di affari, dopo gli anni difficilissimi che si stavano lasciando alle spalle.

È tuttavia necessario, al momento, attraversare la tempesta in atto tenendo la barra dritta, senza dimenticare che la Brexit è una ferita alla storia europea ma non la fine dell’Europa, se, come riteniamo, i governi nazionali ed europei sapranno interpretare le spinte al cambiamento del progetto europeo che vengono dai popoli sovrani.

L’Europa non cessa di esistere: e con essa non cessano di esistere le opportunità offerte dalla libera circolazione di capitale che ci garantisce.

Nel nostro settore i prossimi mesi porteranno ulteriori novità: mi riferisco al recepimento del passaporto europeo, che offrirà ai nostri agenti e mediatori creditizi la possibilità di affrontare gli altri mercati europei. Occorrerà guardare anche altrove per recuperare margini di guadagno, internazionalizzarsi. È una spinta al cambiamento che la crisi ci impone di cogliere nel modo giusto. È possibile ipotizzare che, nei mesi a seguire, anche gli articoli della direttiva sul ‘mortgage credit’ sul punto vengano recepiti attraverso decreti attuativi.

Anche all’interno del paese sono da attendere cambiamenti rilevanti: nella sua relazione annuale il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha sottolineato l’esigenza, per il sistema bancario, di intervenire sui costi, ‘inclusi quelli del personale’, proseguendo nella riduzione degli sportelli. Questa indicazione, se attuata, comporterà un rafforzamento della quota di finanziamenti erogati attraverso reti terze: in sostanza si potranno creare nuove occasioni di attività. Tali prospettive vanno affrontate rafforzando la professionalità della categoria degli agenti e dei mediatori creditizi, come peraltro previsto dalla direttiva sui mutui immobiliari. L’Organismo farà la sua parte, valorizzando la sostanza dei comportamenti degli attori di mercato piuttosto che la forma: per questo stiamo usando lo strumento delle comunicazioni per indicare al mercato la via giusta da seguire e correggere subito comportamenti extra-legem. Per lo stesso motivo abbiamo suggerito al legislatore una riflessione sul sistema sanzionatorio. Quello attualmente vigente è, al contempo, inefficace ed eccessivamente penalizzante: non è efficace la sanzione del richiamo, sono nella gran parte eccessivamente penalizzanti le sanzioni della sospensione e della cancellazione. Eppure, nel quadro vigente, siamo spesso costretti ad applicarle, per rispettare il principio di proporzionalità della sanzione, laddove i comportamenti siano gravi e il semplice richiamo apparirebbe inadeguato. L’idea è di potere comminare sanzioni amministrative pecuniarie, molto più facilmente graduabili, lasciando lo strumento della sospensione o della cancellazione come ultima ratio.

Sono convinto che queste innovazioni, se attuate, stimoleranno i comportamenti virtuosi penalizzando invece quelli contrari alle regole, che finiscono col danneggiare un’intera categoria.

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