Nuovi covered bond da parte di UniCredit e Bpm

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Giornata affollatissima ieri sul mercato primario che ha ripreso di fatto l’attività dopo la pausa estiva, ma soprattutto ha approfittato di una fase di relativa tranquillità dopo le incertezze e la volatilità delle scorse settimane. Tra gli emittenti italiani, da segnalare i covered bond di UniCredit e Banca Popolare di Milano a cui si sono aggiunti a quelli di SocGen, Lloyds e della tedesca Lbbw. E ieri in serata è stata annunciata una imminente emissione di un nuovo covered da parte di Cariparma con scadenza 2023.
Bpm assente da 5 anni
Bpm era assente dal mercato dei covered bond da cinque anni e l’effetto scarsità ha giocato a suo favore. Il bond arrivato sul mercato dopo un road show sulle principali piazze finanziarie europee, è stato collocato per un ammontare di un miliardo di euro superiore al target iniziale di 750 milioni e ha raccolta una domanda di 1,3 miliardi. Proprio il book consistente ha convinto ad andare oltre il traget iniziale consentendo di prezzare il titolo con una scadenza di 7 anni, al di sotto del target di avvio di contrattazioni: da 28 punti base sopra il tasso midswap a 25 centesimi e una cedola di 0,875 per cento. Rispetto al BTp di identica scadenza, il bond quota sotto 59 punti base rispetto al governativo . Il titolo è stato allocato al 50% in Italia, il resto all’estero, UK e Irlanda (circa 20%), Germania e Austria (15 pre cento). Tra gli investitori, il 45% è rappresentato da official institutions (tra cui almeno il 30% è stato sottoscritto dalla Bce), banche 14% e fondi 38 per cento. Il collocamento dell’emissione è stato curato da Banca Akros, Barclays, Mediobanca, SocGen e Ubs.
L’unico covered bond della banca tuttora in circolazione scade tra poco più di un mese. Quello collocato ieri ha un sottostante composto esclusivamente da mutui residenziali privati e i fondi raccolti serviranno «allo sviluppo dei progetti immobiliari delle famiglie italiane», si legge in un comunicato: nei primi sei mesi dell’anno i mutui residenziali erogati da Bpm sono aumentati del 2,5 per cento rispetto agli impieghi totali a +4,4 per cento. Se il trend si manterrà così sostenuto anche nei prossimi mesi, Bpm potrebbe arrivare ad erogare circa un miliardi di euro di mutui residenziali.
UniCredit penalizzata
Il “traffico” di emissioni a cui si è assistito ieri ha penalizzato UniCredit che è riuscita a raccogliere ordini appena sufficienti per coprire l’offerta da 500 milioni di euro: il covered a tasso variabile, scadenza ottobre 2020, è stato prezzato alla pari con una cedola di 7 punti base sopra il tasso euribor a tre mesi. Secondo gli operatori anche la scelta del tasso variabile non è stata apprezzata a dovere dal mercato che per i covered preferisce il tasso fisso. Sta di fatto che, alla luce della quantità di emissioni di ieri il risultato è stato positivo anche in termini di pricing. Credit Agricole, Credit Suisse, Hsbc, Ubs e UniCredit Bank Ag hanno curato il collocamento ricoprendo il ruolo di joint bookrunners. UniCredit aveva emesso un altro covered da un miliardo lo scorso febbraio portando a 1,5 miliardi la nuova carta garantita a fronte di 1,25 miliardi in scadenza quest’anno. Dunque, per il 2015 non dovrebbero essere necessarie nuove emissioni covered.
Dall’inizio dell’anno le emissioni finanziare hanno toccato quota 30 miliardi di euro mentre quelle in scadenza entro la fine dell’anno sono pari ad un ammontare di 7 miliardi di euro tra bond senior, covered e subordinati, secondo i dati di Barclays. Molte operazioni sono state congelate a causa della volatilità dei mercati quindi ora si cerca la finestra adeguata per il loro completamento. Il mercato resta difficile commenta un operatore perché la volatilità può essere imprevedibile. La Bce aiuta le banche attraverso i fondi messi a disposizione dei diversi piani di finanziamento: UniCredit, ad esempio, ha sostituito il funding senior con il Tltro da 18 miliardi di euro presi tra lo scorso anno e il 2015.
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