Patto Mediobanca: in uscita Groupama, l’Italmobiliare di Pesenti svincola l’1%

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Alla fine è prevalso il legame, storico, con Mediobanca. E così la Italmobiliare della famiglia Pesenti ha deciso di restare nel patto di sindacato di piazzetta Cuccia, anche se non per l’intera quota, attualmente del 2,62%: la holding svincolerà l’1% di quella partecipazione. Ma anche dai soci d’Oltralpe potrebbero esserci delle sorprese con il gruppo assicurativo Groupama, socio con il 4,93%, che avrebbe dato disdetta. Anche se non è chiaro se con tutta o parte della quota. Con il risultato che il patto Mediobanca potrebbe scendere in prossimità del 30% dal precedente 42%. Una soglia, quella del 30%, giudicata limite in quanto, secondo gli accordi di piazzetta Cuccia, il rinnovo automatico dell’accordo avviene solo se il capitale vincolato supera quel limite.
Italmobiliare si svincola
Secondo quanto si apprende da fonti vicino al gruppo, ieri il comitato esecutivo di Italmobiliare, nell’ultimo giorno utile per comunicare le disdette al patto, valutata l’opportunità di rendere disponibile la partecipazione in Mediobanca e salvaguardando tuttavia il Patto di sindacato della banca, ha deciso di mantenere vincolato all’accordo parte della propria quota oggi pari al 2,62%.
Con questa scelta – spiegano le stesse fonti –, il gruppo Italmobiliare, «intende garantire stabilità, sostegno e indirizzo gestionale alla banca in una delicata fase di trasformazione del tessuto economico nazionale che coinvolge alcuni tra i principali gruppi del Paese, una fase in cui Mediobanca potrà esercitare un ruolo determinante anche per lo sviluppo delle proprie attività».
Dopo giorni di confronti interni, il gruppo che fa capo alla famiglia Pesenti ha dunque deciso di conservare un posto nel patto di piazzetta Cuccia. Il legame «storico» tra il gruppo industriale e l’istituto, tuttavia, è destinato quantomeno a essere ridimensionato. Intanto perché la quota è quasi dimezzata. E poi perché finora il legame era rappresentato da un intreccio azionario che sarà sciolto con piazzetta Cuccia che ha già annunciato che venderà l’8,1% detenuto nella holding nell’ambito della nuova strategia decisa da Mediobanca in materia di partecipazioni.
Con la parziale uscita di Italmobiliare si va dunque verso un patto al 35% circa. I numeri dell’accordo vedono allo stato attuale il capitale «vincolato» scendere dal precedente 42,03% al 35,3%. Questo se si considera che Fondiaria Sai, titolare del 3,83%, ha già svincolato le azioni ed è pronta a vendere il pacchetto entro l’anno. C’è poi Generali, a cui fa capo il 2% di piazzetta Cuccia e appunto Italmobiliare. Infine, tra i soci minori, secondo quanto si apprende, sarebbe arrivata la disdetta di Marco Brunelli, socio con lo 0,16%. Complessivamente, dunque, si stacca dal patto il 7% del capitale di Mediobanca. E cambiano anche gli equilibri. Il primo gruppo del patto è sempre stato quello degli industriali, il gruppo B, finora titolare del 19,06% di piazzetta Cuccia. Senza Fondiaria Sai, Generali, Brunelli e con Italmobiliare ridimensionata, la quota scende al 12% circa. Più o meno quanto ha il gruppo A (banche) con il 12,03% e sopra il gruppo C dei francesi con il 10,93%. Anche la governance, a questo punto, potrebbe essere rivista. Fino a oggi, a norma di patto, il gruppo B, in quanto primo socio, aveva diritto di indicare sette consiglieri nel board di Mediobanca, contro i cinque del gruppo A e i quattro del gruppo C.
Le mosse dei francesi
Resta invece ancora tutta da verificare la composizione del gruppo C di Mediobanca. Groupama, secondo quanto riferito da Radiocor, avrebbe comunicato disdetta per la quota del 4,93% del capitale. Dal quartier generale di Parigi non si fanno commenti e si rinvia a oggi per le comunicazioni in materia. La decisione di Groupama é particolarmente delicata ai fini degli equilibri del patto, che viene rinnovato automaticamente solo se riunisce almeno il 30% del capitale. Dunque, allo stato attuale, se i francesi dessero disdetta l’accordo si potrebbe avvicinare pericolosamente vicino a quella soglia. Detto questo Groupama fa parte del gruppo C degli azionisti francesi assieme a Vincent Bolloré che ha il 6% di Mediobanca. E proprio Bolloré nei giorni scorsi aveva comunicato di essere pronto a gestire una eventualità di questo tipo. Tecnicamente il finanziere potrebbe individuare investitori da far subentrare a Groupama. E ha tempo fino a gennaio.

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