Pmi: accesso al credito difficoltoso, l’Ue punta sul venture capital

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Potenziare il venture capital e la figura del business angel in Europa a sostegno delle piccole e medie imprese. Queste forme di finanziamento innovative – o meglio, nuove per alcuni paesi europei, ma diffuse da anni in altre parti del mondo – dovrebbero servire sia a ridurre la burocrazia che a facilitare l’accesso al credito delle Pmi.

Come dimostra un recente report sulla competitività pubblicato dalla Commissione europea, dal 2009 l’accesso al credito bancario si è deteriorato in più della metà dei paesi Ue. Italia in primis: nella classifica stilata dall’Esecutivo Ue, infatti, il Bel paese è scivolato dal settimo al diciassettesimo posto per facilità di accesso al credito in soli due anni (2009-2011). Peggio di noi, Francia, Olanda, Ungheria, Regno Unito e Spagna, mentre i paesi in cui le Pmi hanno più facilità ad accedere ai fondi delle banche sono Finlandia (al primo posto), Lettonia, Svezia, Polonia, Austria e Germania.

Il punto, fa notare Richard Pelly, direttore esecutivo dell’European Investment Fund (EIF), non sta solo nel deterioramento degli investimenti, ma anche “nell’inasprimento delle condizioni richieste dalle banche”.

E se l’accesso al credito è sempre più difficoltoso, si dovranno cercare misure alternative. Come il venture capital, appunto. Uno strumento di finanziamento che nasce e cresce negli Stati Uniti, e che lentamente si sta imponendo anche nel vecchio continente. Fra i propositi della Commissione europea c’è appunto quello di semplificare il processo di raccolta fondi per i venture capitalist, sotto l’ala delloEuropean Venture Capital Fund.
Non solo. Quest’ala potrebbe estendersi anche agli angeli degli investimenti – i cosiddetti buness angels – che verrebbero incoraggiati nella loro attività di investimento nelle startup e nelle imprese innovative europee dall’Eif e dallo European Venture Capital Fund.

Infine, l’ultimo ostacolo da superare. La burocrazia. Per eliminarla la Commissione ha già lanciato una consultazione pubblica – che si chiuderà il 21 dicembre 2012 – rivolta appunto alle Pmi, in cui si chiede di indicare le 10 leggi o normative europee che dovrebbero essere semplificate per rendere meno difficile la vita delle imprese di dimensioni ridotte.

E nella stessa direzione si sta muovendo anche il Parlamento europeo – in particolare la commissione Industria del Pe – che ha prodotto un report sulla competitività e sulle opportunità di crescita delle piccole e medie imprese, volto proprio ad eliminare le leggi europee obsolete o che si sono rivelate poco efficaci.

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