Poste Italiane, in autunno lo sbarco a Piazza Affari

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La privatizzazione di Poste Italiane si rimette in moto con l’obiettivo di portare in Borsa la società dei recapiti nell’autunno del 2015.
Ieri mattina si è tenuto un vertice al ministero dell’Economia con il capo del dipartimento del Tesoro, Vincenzo La Via, il capo della segreteria tecnica del ministro, Fabrizio Pagani, l’ad di Poste, Francesco Caio e gli advisor Lazard (per il dicastero) e Rotschild (per la società). La riunione è servita per riavviare un processo che era stato messo in stand-by in attesa dell’approvazione del nuovo piano industriale, via libera che è arrivato poco prima di Natale.
Caio ha illustrato ai rappresentati dell?azionista e agli advisor le nuove sfide contenute nel piano industriale, a partire dalla rivoluzione nel settore dei recapiti, che punta su una posta veloce più mirata ed efficiente (ma anche più cara) una posta ordinaria meno rapida e consegne a giorni alterni, per ridurre le perdite provocate da un servizio obsoleto. Ma anche il potenziamento dei settori che trainano la crescita, come il Bancoposta e il comparto assicurativo, attraverso il lancio di nuovi strumenti di investimento per il pubblico meno sofisticato, come prodotti assicurativi previdenziali e di risparmio gestito. E ancora: si punta su pagamenti elettronici e e-commerce per aiutare il paese a superare il gap in termini di sviluppo digitale che lo separano dal resto d?Europa. L?equity story che le banche dovranno raccontare al mercato descrive un gruppo che presenta una varietà di offerta unica nel suo genere, dai recapiti, alla finanza e alle assicurazioni e che beneficia di una piattaforma di distribuzione molto forte in virtù della rete capillare degli sportelli. Un operatore di mercato che però deve mantenere una funzione sociale, con una garanzia di offerta di prodotti di investimento nuovi e più redditizi ma con un profilo di rischio alla portata dei pensionati. «Il governo è molto soddisfatto per il lavoro fatto in Poste, per il piano presentato e per la possibilità che avrà di rispettare gli impegni che sono stati assunti», ha commentato ieri Pagani. Caio ha anche illustrato le modifiche che sta apportando in questi giorni alla sua squadra, a cominciare dalla figura del nuovo direttore finanziario, Luigi Ferraris, il quale avrà un ruolo importante nella processo di privatizzazione in virtù della sua esperienza in tema di mercati finanziari e di investitori. L?operazione trova i suoi limiti nel fatto che il piano di Poste al momento resta ancora un documento aperto, le cui proiezioni nel tempo non si possono chiudere finchè non sarà concluso il negoziato in corso con l?Authority per le comunicazioni e con il ministero dello Sviluppo economico, per la definizione delle nuove regole e tariffe del comparto dei recapiti, dei termini di una probabile ristrutturazione (che dovrà essere condivisa con i sindacati), che dovranno poi trovare formulazione concreta nel contratto di programma che dovrà essere firmato entro fine marzo. Il ministero, però, ieri ha ribadito la propria determinazione a voler vedere l?operazione realizzata entro l?anno, nonostante le numerose sfide da affrontare. Il gruppo di lavoro sulla privatizzazione tornerà a riunirsi a metà febbraio. Tra fine mese e inizio marzo si terrà invece una riunione allargata ai global coordinator, tra cui IntesaSanPaolo, Citi, Bofa e Mediobanca. Ieri pomeriggio, intanto, Caio ha avuto il primo incontro con le agenzie di rating per illustrare il piano industriale.

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2 commenti

  • Maurizio Pozzetti ha detto:

    Ho letto che Cassa depositi e prestiti ha emesso un bond. Non ho un conto corrente postale, posso comprarli comunque? Grazie a chi mi sa aiutare!

    • Anonimo ha detto:

      Assolutamente sì, non serve avere un C/C postale per acquistare un’obbligazione CDP perché non verrà distribuita presso gli Uffici Postali bensì in una qualsiasi delle filiali delle numerose banche che hanno aderito al collocamento (le Banche Collocatrici). Per acquistare i bond CDP bisogna avere un deposito titoli. Nel caso non se ne abbia uno, lo si può aprire nella filiale di una delle numerose banche che aderiscono al collocamento del bond CDP http://obbligazioni.cdp.it/come-sottoscrivere-il-bond-cdp.html

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