Rallenta l’indice pmi manifatturiero in eurozona

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FOTO IPP/IMAGO/Bild13 LAVORO LAVORATORI INDUSTRIA NELLA FOTO UN GIOVANI LAVORATORE ALLLA CATENA DI MONTAGGIO DI UNA CASA AUTOMOBILISTICA WARNING AVAILABLE ONLY FOR ITALIAN MARKET Italy Photo Press

Rallenta a marzo l’indice PMI (Purchasing Managers Index) manifatturiero in eurozona, la cui crescita passa dai 58,6 punti di febbraio ai 56,6 punti di marzo. Si tratta di un generale rallentamento della crescita del settore manifatturiero e che interessa tutti i Paesi dell’eurozona, anche se con dinamiche diverse.

Come riporta IHS Markit, continuando il rallentamento del dopo fine anno, a marzo le condizioni operative del settore manifatturiero dell’eurozona sono migliorate al tasso più debole in otto mesi. I tassi di espansione sono
diminuiti in tutte le nazioni coperte dall’ultima indagine PMI e nei sottosettori dei beni di consumo, intermedi e di investimento. L’ennesimo rallentamento del PMI riflette principalmente l’espansione più lenta della produzione manifatturiera e dei nuovi ordini ricevuti, entrambi in aumento al livello più basso da novembre 2016. Anche le esportazioni (incluse quelle intra eurozona), che però non compongono il PMI, sono diminuite al valore più basso in 15 mesi.

Durante l’indagine di marzo ci sono stati segnali di come la pressione sulla capacità sia derivata dal recente intensificarsi della crescita. L’attuale allungamento dei tempi medi di consegna è stato tra i maggiori nella storia dell’indagine, provocando quindi una diffusa carenza di materie prime e notevoli ritardi nelle consegne. Questa tendenza è stata particolarmente evidente nei Paesi Bassi e in Germania, dove è stato osservato un allungamento
record dei tempi medi di consegna.

Tuttavia, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “Considerati gli standard storici rimane elevato il tasso generale di crescita, con valori PMI decenti osservati in tutte le nazioni, inclusa la Grecia a prova di una stabile e generale espansione. Il settore manifatturiero dovrebbe quindi fornire un ulteriore contributo alla crescita del PIL del primo trimestre, inoltre la presenza di una sostenuta pressione inflazionistica sarà ben accolta da parte dei responsabili delle politiche economiche”.

Non è quindi da escludere che, soprattutto nei Paesi del nord Europa quali Germania e Olanda, le forti pressioni sull’occupazione di questi mesi possano tradursi in un aumento dell’inflazione nei prossimi mesi, almeno nel settore manifatturiero.

 

 

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