Reggette, aziende italiane leader in Europa
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Reggette italiane ad alto tasso di circolarità. I nastri usati per legare le merci durante il trasporto «sono considerati una particolare tipologia di imballaggio, che può essere costituita da acciaio oppure da polimeri plastici. Solamente in Italia ne viene prodotto un quantitativo pari al 60% di tutta la manifattura comunitaria», spiega Stefano Sassone, direttore tecnico di Confindustria Cisambiente. Un primato a cui si accompagna anche una caratteristica virtuosa: «La percentuale di riciclato impiegata nelle nuove manifatture rimane significativamente alta: ad esempio, nel 2019, su un immesso al consumo di reggette in polipropilene, ben il 21% era frutto del recupero della materia della plastica utilizzata per realizzarle», aggiunge Sassone. Ma i numeri sono anche più alti.

L’industria del riciclo

La Messersì Packaging di Barbara (Ancona) produce reggia al 100% riciclata dal 2002, utilizzando Pet post-consumo proveniente da bottiglie e dalla raccolta differenziata. «Grazie all’attività del suo centro di ricerca interno, ha iniziato ad utilizzare materiale recuperato dagli oceani, instaurando collaborazioni con cooperative e onlus specializzate nel recupero di plastica dispersa nell’ambiente e ha cercato di sensibilizzare il cliente al riciclo corretto del prodotto. In quest’ottica la Messersì Packaging ha cominciato a fornire ai propri clienti un dispositivo che permette di recuperare il materiale dei propri imballaggi e, grazie ai riciclatori, farlo tornare nuovamente in produzione. Abbiamo raccolto 10 tonnellate: è un inizio». A parlare è Massimiliano Ubertini, responsabile dello stabilimento dell’azienda che nel 2022 ha visto un balzo del fatturato da 50 a 70 milioni: «Nell’ultimo anno abbiamo investito 5 milioni per rafforzare produzione, organizzazione e stoccaggio. Crediamo che il prodotto fatto con il riciclato andrà per la maggiore, sostituendo gran parte della reggia in ferro e polipropilene. Oggi noi recuperiamo 40milioni di bottiglie al mese: a breve arriveremo a 60. Se una bottiglia pesa 30 grammi vuol dire che produciamo 1.200 tonnellate al mese di reggetta in poliestere. Di queste, il 50% va all’estero. L’Europa è il mercato più importante, seguito da Sudamerica, America, Arabia, Sudafrica», spiega Ubertini, che aggiunge: «La personalizzazione è una tendenza in crescita. E noi siamo forti nelle regge stampate. Che per esempio la Germania – con cui siamo in concorrenza in quanto a volumi – non fa».

Laura Pauletto, sales manager della Itistrap di Villaverla (Vicenza), conferma la crescita del settore: «Abbiamo attualmente tre linee di produzione e sta arrivando la quarta. Produciamo 7mila tonnellate all’anno di reggette in poliestere che esportiamo per il 90%: in Europa (in Francia soprattutto) il 30%, in Nord America il 50%, il resto in Australia, Medioriente e Africa, un mercato che vorremmo sviluppare di più perché ci sono buone opportunità. Dal 2020 in poi abbiamo registrato una crescita del 40% sia nel 2021 che nel 2022, chiuso con un fatturato di 16 milioni». Confermata anche la vocazione al riciclo: «La materia da cui partiamo è al 100% poliestere riciclato. Proprio per questo con altri produttori stiamo chiedendo al Conai, il consorzio nazionale imballaggi, di spostarci nella fascia più bassa per quanto riguarda il pagamento del contributo ambientale», conclude Pauletto.

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