Revocate lo sciopero, è solo un danno per i cittadini
A nulla è servito l’appello del ministro delle Imprese Adolfo Urso ai benzinai: le principali associazioni di categoria hanno confermato la chiusura di 48 ore delle stazioni di servizio, compresi i distributori automatici.
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A nulla è servito l’appello del ministro delle Imprese Adolfo Urso ai benzinai: le principali associazioni di categoria hanno confermato la chiusura di 48 ore delle stazioni di servizio, compresi i distributori automatici. Ecco tutto quello che occorre sapere.

COME SI È ARRIVATI ALLO SCIOPERO – Dopo l’ultimo incontro della scorsa settimana al ministero, conclusosi con un nulla di fatto, Urso ha invitato le sigle di settore a prendere in considerazione le modifiche già apportate dal governo al decreto trasparenza sui prezzi dei carburanti, e a rinunciare a una decisione, quella dello sciopero, che avrebbe danneggiato solo i cittadini. Ma non ha funzionato.

CHI HA INDETTO LO SCIOPERO – La mobilitazione è stata indetta da Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori attivi in tutta Italia.

GLI ORARI – Lo stop scatta dalle 19 di oggi -24 gennaio- fino alla stessa ora del 26 gennaio sulla rete ordinaria. Stesse date per le autostrade, ma l’orario di riferimento sono le 22.

GLI IMPIANTI SELF – Lo sciopero coinvolge anche gli impianti self-service, mentre potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere. Le sigle sindacali hanno anche parlato di “servizi minimi essenziali”

IL CONFRONTO – “C’è un tavolo di confronto che terremo aperto in maniera continuativa finché non ci sarà un riordino del settore”, ha assicurato il ministro Urso, ribadendo come non vi sia alcuna intenzione da parte dell’esecutivo di penalizzare o, ancora peggio, di colpevolizzare la categoria dei benzinai. Urso ha quindi parlato di “zone d’ombra che danneggiano coloro che lavorano in piena onestà”, vale a dire la stragrande maggioranza dei gestori.

“L’esposizione del cartellone aiuterà i consumatori a scegliere”, così come l’App gratuita che verrà creata per permettere ai cittadini di individuare nella loro area la pompa di benzina più conveniente, ha spiegato il ministro. Poi ha detto: “Non capisco come si possa scioperare contro la trasparenza, contro un cartello. E temo che non lo capiscano nemmeno i cittadini”.

Ma alle associazioni di categoria non è andata giù la spiegazione che ancora una volta il ministro ha dato per motivare le norme che a loro dire li penalizzano, come l’obbligo per ogni distributore di esporre un cartello con i prezzi medi regionali pena il pericolo di essere sanzionati.

“Lo stop era ed è confermato e le dichiarazioni del ministro sono l’ennesima dimostrazione della confusione in cui si muove il Governo in questa vicenda”, hanno replicato con una nota congiunta i presidenti di Faib, Fegica e Figisc/Anisa, chiedendo l’intervento diretto di Palazzo Chigi.

“Il governo continua a chiedere trasparenza – hanno detto le associazioni di categoria – e noi l’abbiamo offerta in tutti i modi. Quello che non ci si può chiedere è di autorizzare nuovi adempimenti e nuove sanzioni a carico dei gestori. Questo no. Al ministro abbiamo avanzato proposte concrete, le valorizzi senza scaricare la responsabilità delle sue esclusive scelte sulla pelle dei benzinai”.

Un botta e risposta che rischia di chiudere anche l’ultimo spiraglio di dialogo e, sottolineano i gestori, di “chiudere ogni residua possibilità di concludere positivamente la vertenza in atto”.

LA POSIZIONE DEI CONSUMATORI – I consumatori invece si schierano dalla parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy, e minacciano a loro volta un “contro-sciopero” degli automobilisti in tutto il territorio nazionale.

“Alla luce delle ultime decisioni del Governo non esiste più alcun motivo per scioperare – spiega Assoutenti – perché il decreto trasparenza è stato modificato così come richiesto dai benzinai, con l’eliminazione dell’obbligo di esposizione del prezzo medio giornaliero e la riduzione delle sanzioni per i distributori disonesti”.

“Perseverare sulla strada dello sciopero equivale ad arrecare un doppio danno ai cittadini – dice Assoutenti –  che da un lato subiranno la chiusura di tutti gli impianti il 25 e 26 gennaio, compresi i self service e le autostrade, dall’altro non potranno contare sulle misure di trasparenza previste in un primo momento dal Governo ed eliminate su pressione dei benzinai”.

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