Riforma delle pensioni Fornero: le ultime news
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Le ultime news sul fronte pensioni e lavoro vengono fornite da Tommaso Nannicini, sottosegretario a Palazzo Chigi con Renzi premier e ora membro della segreteria del Pd. Per Nannicini bisogna riconoscere la priorità al lavoro giovanile, e quindi al taglio strutturale della contribuzione per i neo assunti, per poi realizzare subito in avvio della prossima legislatura ”una riforma dell’Irpef che riduca il carico fiscale sulle famiglie con figli”. In un’intervista al ‘Sole 24 Ore’ Tommaso Nannicini parla anche di pensioni, ribadendo che le proposte per cancellare del tutto l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita non sono solo una “mina” per i conti pubblici ma vanno nella direzione contraria a quella indicata dal Pd dell’equità tra le generazioni e dentro le generazioni’.

Pensioni anticipate, Ape: le ultime dichiarazioni di Tommaso Nannicini.

Per Nannicini “è giusto partire dal lavoro: un forte sgravio contributivo per i primi anni di impiego che si affianchi all’apprendistato senza spiazzarlo, anzi valorizzandolo laddove l’esigenza formativa è prioritaria”. “rafforzato il reddito di inclusione, soprattutto la rete di servizi per chi lo percepisce”.Quanto alle pensioni, dice Nannicini, “vanno rafforzati gli strumenti, come l’Ape sociale che sta avendo molto successo, che agiscono dal lato degli ammortizzatori sociali dando un reddito ponte fino alla pensione per chi è in difficoltà. Per gli altri, va fatta partire subito l’Ape volontaria. Ulteriori ritardi, con i tassi attuali, sarebbero dannosi oltre che incomprensibili”.

Pensioni ed età pensionabile, le ultime dichiarazioni di Maurizio Landini.

L’ex segretario generale della Fiom in un’intervista all’Huffington post parla del recente intervento della Ragioneria e dell’Inps sulla materia pensionistica: “Quelli sì che sono due interventi politici, dal segno molto preciso. Continuando a dire che non si possono toccare le pensioni altrimenti si hanno problemi con l’Europa, si conferma che non si è fatto un intervento solo per far quadrare i conti. Noi sindacati stiamo avanzando proposte precise, e credo che se non ci saranno risposte dovremo valutare a settembre delle forme di mobilitazione. Noi siamo contrari a ulteriori innalzamenti dell’età pensionabile, quindi va bloccato lo scatto di 5 mesi), bisogna poi seriamente costruire una pensione di garanzia per i giovani, e allo stesso tempo c’è bisogno di intervenire su provvedimenti come l’Ape che restano insufficienti, soprattutto per lavori molto pesanti.

L’Ape social è un pannicello caldo, quanto all’Ape volontaria io la ritengo una follia visto che per andare in pensione si chiede di accender eun mutuo. Non sta in piedi. In più non si tiene conto delle penalizzazioni subite dalle donne, non si considera il lavoro di cura (come accade in altri sistemi pensionistici), e, insisto, c’è un problema che riguarda il lavoro manuale. L’aspettativa di vita non è uguale per tutti. Su tutte queste cose noi non stiamo scherzando. Ancora adesso sui luoghi di lavoro la critica che viene fatta a tutti i sindacati è che quando ci fu l’intervento Monti il sindacato non reagì. E oggi paghiamo le conseguenze di un intervento sbagliato che ha fatto cassa ma non ha fatto giustizia. Su questo noi ci impegneremo anche per costruire quell’unità generazionale che è stata messa in discussione”.

Pensioni anticipate, flessibilità in uscita, opzione donna: le ultime news

Lucia Rispoli, una delle amministratrici del gruppo Movimento Opzione Donna, ha pubblicato un post sulla bacheca Facebook del gruppo, in cui le donne del gruppo continuano a chiedere la proroga del regime sperimentale di accesso anticipato alla pensione per le italiane introdotto nel 2004. Nel post la Rispoli scrive: “Le Donne di 57/58 anni hanno lavorato per 35 anni prive di vere politiche attive a favore delle donne e della famiglia, hanno versato contributi per 35 anni subendo tutte le riforme pensionistiche delle passate legislature, hanno visto un Parlamento approvare la riforma Fornero per l’Europa contro le Donne italiane senza poter neanche sostenere la sussistenza dei “propri diritti acquisiti”, hanno contribuito al PIL di questo Paese con anni di “doppio lavoro gratuito”.

Il Movimento Opzione Donna non si accontenta del riconoscimento dei lavori di cura e della maternità, ma chiede che: “Le donne di 57/58 anni che hanno versato già 35 anni di contributi chiedono oggi solo di poter potere esercitare una OPZIONE, chiedono di poter scegliere di andare in pensione con la misura pensionistica OPZIONE DONNA, accettando l’applicazione del sistema contributivo alla loro carriera lavorativa in luogo del sistema retributivo/misto, rinunciando così a circa il 25/30% del loro assegno pensionistico per tutta la loro vita futura, come prevista dalla “speranza di vita”. Inoltre chiedono al sindacato e al Governo di riconoscere: “La necessita’ di salvare queste donne dalla condanna di “un lavoro a vita e non per la vita”. Le donne chiedono che il Parlamento approvi la proroga opzione donna al 2018, una misura pensionistica anticipata che prevede una libera scelta per le donne e che ha prodotto e produrrà risparmi alle casse dello Stato!”

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